sabato 7 agosto 2010

Spettacoli, Toccata & fuga danza sulle note del Tango

Pablo Garcia con Romina Godoy

Con il maestro Aisemberg musiche di Piazzolla e Gardel ed esibizione dei ballerini Garcia e Calcaterra
ROMA - «Toccata & fuga, vacanze romane» danza sulle note del Tango. Per festeggiare il Bicentenario argentino una serata in piazza di Spagna sarà dedicata al ballo più sensuale del mondo. La kermesse dedicata ai turisti che anima il centro storico di Roma tra balli, musiche e teatro rende omaggio all'anniversario tanto caro agli argentini: i duecento anni dalla dichiarazione d'indipendenza. La serata prosegue dopo le 22 con la lirica italiana, interpretata dal quartetto vocale e dal balletto di «Toccata & Fuga».

LA SERATA - L’evento è organizzato in collaborazione con il Comune di Roma e l'Ambasciata Argentina in Italia. Il concerto di tango che il Maestro Hugo Aisemberg unitamente al Gruppo Novitango terrà lunedì sera prevede una scaletta di tanghi di Carlos Gardel, Astor Piazzolla e altri importanti compositori. Il Gruppo Novitango è composto da Juan Lucas Aisemberg alla viola, da Luciano Jungman al bandoneon, da Hugo Aisemberg al pianoforte e da Claudio Mangialardi al contrabbasso. All'evento parteciperà il cantante argentino Rubén Peloni e il grande spettacolo di danza sarà offerto da due maestri di tango argentini che lavorano spesso anche a Roma: la ballerina Carla Calcaterra e il ballerino Pablo García, membro della compagnia «Tango X 2» di Miguel Angel Zotto.

GLI ALTRI APPUNTAMENTI - La manifestazione che continuerà ad animare le serate estive della capitale prevede altri due appuntamenti: il 14 agosto dalle ore 22 in piazza di Spagna ancora musiche e canti e a seguire, circa alle 23,30 è previsto lo spettacolo pirotecnico in occasione della festa di Ferragosto. Il 16 agosto appuntamento alle 21 in piazza Navona e alle 22 circa in piazza di Spagna.

GLI ARTISTI DI «TOCCATA & FUGA» - Il gruppo di «Toccata & Fuga» che anima le piazze d'estate di Roma è composto dal tenore Fabio Andreotti, il soprano Olga Adamovich, il bas-baritono Cesidio Iacobone e il mezzosoprano Irene Bottaro. Quando si esibiscono i tre tenori sono: Fabio Andreotti, Jean-Francois Borras, Giordano Lucà. Il corpo di ballo è composto da Marika Ciccarelli, Cristiana di Bonito, Giorgia Calenda, Rachele Petrini, Crisiana Riberi, Daniel Abbruzzese, Agostino D'Egidio, Fabio Mastrapasqua, Duilio Ingraffia, Giovanni Scura. La regia è di Domitilla Baloni, la coreografia di Manuel Paruccini (assistente Paola Bellisari) e il pianoforte del maestro Sergio la Stella, il Comune di Roma ringrazia il Teatro dell'Opera.
fonte roma.corriere.it Manuela Pelati

Lgbt, Argentina, celebrato il primo matrimonio con una sposa trans


A poco più di due settimane dall’approvazione della legge che consente le nozze gay, in Argentina oggi è stato celebrato il primo matrimonio omosessuale in cui uno degli sposi è una transessuale. A Santiago del Estero, nel nord del Paese, la trans Gabriel Anglade Formini, che lavora come commessa in un negozio, ha 52 anni ed è conosciuta come Gaby, ha sposato Francisco Alsina, parrucchiere di 54 anni.

I due, che vivono insieme da una decina di anni, si prendono cura del figlio nato dal primo matrimonio di Alsina, che ha 12 anni ed era pure lui presente al rito di oggi. Gabriel si è presentata in municipio indossando un abito lungo bianco da sposa con la scritta ‘’sì al matrimonio ugualitario” e con un bouquet di fiori anch’essi bianchi.

Alsina, aveva invece un vestito scuro con una cravatta viola. Dopo il sì, per la coppia l’immancabile bacio con in mano il certificato di matrimonio e attorno diversi amici e parenti, cameramen e fotografi.

”Sono molto emozionata. Pensavo che questo momento non sarebbe mai arrivato, e alla fine e’ successo”, ha detto Gaby arrivando al municipio. La festa di matrimonio si terra’ sabato prossimo in una sala. ”Avremo circa duecento invitati”, ha annunciato la coppia aggiungendo: ”Oggi tutti, a prescindere dalla propria condizione sessuale, nel nostro Paese possono accedere al matrimonio ugualitario ed essere felici come desiderano”.
fonte blitzquotidiano.it

Lgbt, Non ci sono più le trans di una volta...


Eva Robins: ve la ricordate con quella parrucca fuxia alla Valentina, conturbante, inquietante e al massimo della forma? L’ho rivista ieri sera in tv, ai Mitici anni ’80, e parlava dell’avvento delle trans in quegli anni, quando i loro corpi diversi e i loro travestimenti colorati destavano curiosità, timore, turbamento.

Raccontava di quando lei, Amanda Lear e Renato Zero giravano assieme per i bar di Roma e la gente si fermava fuori, appiccicata alle vetrine, per guardarli e capire cosa fossero… Lei era bellissima, più femminile di una femmina, forte come un uomo, frivola come solo un trans sa essere.

Intelligente, consapevole della propria persona, determinata. Quanto fascino! E oggi? Marrazzo ci ha fatto vedere trans come Natalie, China e Brenda. Che brutti, che grassi, che rozzi! Eva Robins l’ha detto ieri sera: quel caso mediatico non ha fatto certo bene alla categoria. Ma oramai non si può tornare indietro: il mondo, le mode, il costume vanno avanti, le novità brillano per un po’ poi si deteriorano fino a perdere di interesse. Oggi di trans ne vediamo dappertutto, ma come quelle di una volta…
fonte rossopiccante.wordpress

Politici Lgbt, Nichi Vendola: "Io gay, sincero e felice"


L`Italia è pronta a un premier omosessuale? "L'Italia - dice Nichi Vendola, Governatore della Puglia e autocandidato alla premier del centrosinitra - "è pronta a un premier capace di dire la verità. Io non ho mai mentito sulla mia vita privata. Altri sì. Altri hanno fatto dell`ipocrisia la cifra del loro racconto: magari di giorno partecipavano ai family day e di notte cercavano trans e cocaina".

Vendola, intervistato dal settimanale A diretto da Maria Latella in edicola domani, racconta il suo passato bisesessuale ("Ho avuto alcune fidanzate bellissime") e ricorda il suo coming out, quando aveva vent`anni: "Dichiararsi può essere dolore, anche emarginazione, anche violenza, ma io non ho mai avuto paura di essere quello che sono".

Quando Vendola dichiara la sua omosessualità, nel `78, "era un mondo in cui ancora molti pensavano che per i gay si dovesse chiamare un medico, l`ambulanza, lo psichiatra. Oggi non è più così, ed essere gay non fa la differenza quando non c`è ipocrisia". Perchè invece "quello che rende infelici è l`ipocrisia, la clandestinità, la paura".

"L`ho già detto e lo ripeto: è stato più facile - racconta ancora Vendola- raccontarmi ai preti che al partito. E parla della sua fede e del "limite della mia esperienza terrena: non aver potuto essere genitore". Anche se, "a modo mio padre -dice il Governatore-candidato-lo sono già stato. Ho dedicato molto tempo ai bambini" e "credo che sarei stato un buon papà".
fonte L’Unità via cittanuovecorleone

Internet, Chiavette UMTS: stop alle bollette a sorpresa


Agcom obbligherà gli operatori ad avvertire gli utenti quando spendono troppo. La clausola riguarderà qualunque forma di navigazione su Internet su smartphone, tablet o chiavette

Stop alle bollette a sorpresa per chi naviga con le chiavette UMTS. Queste chiavette, infatti, propongono una tariffa più salata quando l'utente sfora un determinato tetto di megabyte, ma spesso i clienti non si accorgono di averlo fatto e continuano a navigare inconsapevolmente.

Questo, secondo l'Agcom, non dovrà più accadere. L'autorità, infatti, ha imposto agli operatori di avvertire gli utenti quando superano una determinata soglia di traffico e, quindi, di spesa. A scegliere la soglia saranno gli stessi utenti, e solo loro potranno autorizzare la navigazione oltre la soglia, per via scritta.

Gli operatori dovranno adattarsi alle nuove regole entro il 1° gennaio 2011. Il tetto di spesa dovrà essere comunicato al proprio operatore entro il 31 dicembre 2010: in caso di mancata comunicazione sarà fissato il tetto standard di 50€ per gli utenti privati, 150€ per gli utenti business.

Oltre alle chiavette UMTS, la nuova regola riguarda anche la navigazione da smartphone, netbook, iPad, tablet e qualunque altro dispositivo di navigazione mobile.
fonte varesenews.it

venerdì 6 agosto 2010

Lgbt Stati Uniti, Transessuale discriminata in ospedale


Una donna transessuale ha dichiarato di essere stata messa in ridicolo dal personale dell’ospedale Ball Memorial che si è anche rifiutato di assisterla quando si è recata al pronto soccorso di Muncie, città americana capoluogo della Contea di Delware, nello stato dell’Indiana. I funzionari dell’ospedale Ball Memorial stanno indagando sulle dichiarazioni di Erin Vaught che ha denunciato il fatto a gruppi attivisti.

Il presidente dell’alleanza per i diritti dei transessuali ha dichiarato che sembrerebbe strano tale comportamento perché proprio nel corso universitario alla Ball State University s’investe molto per sensibilizzare le persone sulla questione dei transessuali.

Vaught è una transessuale che da uomo è diventato donna. Vaught ha dichiarato che lei, la moglie e il figlio erano andati al pronto soccorso il 18 luglio scorso, era stato inserito nel sistema informatico ospedaliero e lo stesso sistema lo riconosceva come uomo nonostante i documenti in suo possesso dichiarassero che fosse una donna.

Nel momento in cui Vaught ha fatto notare che il documento attestava il suo sesso femminile, gli assistenti hanno riso coprendosi la bocca con la mano rivolgendosi con un atteggiamento piuttosto seccato nei confronti della paziente.

Quando è arrivata nella sala, tutti hanno iniziato a squadrarla perché diversa e da lì a poco sono iniziate le chiacchiere degli altri pazienti che dicevano: “È un lui-lei è neutro, è un travestito”.
La donna transessuale ha dovuto attendere due ore prima che un medico arrivasse per visitarla, ma proprio perché transessuale il medico si è rifiutato di visitarla.

La povera paziente era anche confusa perché non sapeva come comportarsi né tanto meno capire cosa avesse e non è riuscita ad avere una visita fin quando non è riuscita ad ottenere la documentazione necessaria del proprio medico curante.

Casi come questi sono piuttosto sporadici, secondo quanto dichiarato dal portavoce della struttura ma Vaught ha denunciato la sua esperienza anche sulla pagina di Facebook dell’ospedale ottenendo il sostegno del Trasgender Indian Rights Advocacy Alliance e l’Indian Equality.

I gruppi hanno inviato una lettera all’ospedale evidenziando la crudeltà, il comportamento disumano e la mancanza di rispetto riservato nei confronti della paziente transessuale.

Will Henderson portvavoce del Ball Memorial ha dichiarato che sono venuti a conoscenza delle lamentele di Vaught nella giornata del 19 luglio grazie ad un avviso di Google, e che un rappresentante della cura dei pazienti starebbe indagando sul problema.

“I diritti dei pazienti sono molto importanti”, ha dichiarato Henderson, “e anche se nel regolamento non viene specificato il trattamento particolare per le persone transessuali, questi pazienti andrebbero comunque trattati alla pari degli altri pazienti”.

Il concetto che alla fine ancora non è riuscito ad entrare nelle società è che la comunità lgbt non avrebbe bisogno di particolari leggi o regole comportamentali riferite a quella singola categoria, i transessuali o gay o le lesbiche non sono extra terrestri ma persone normalissime. Perché risulta così difficile da capire?

Non stiamo parlando di utopia; non sono le regole o le leggi che devono cambiare ma il modo di pensare delle persone, se si vedessero le cose in maniera normale si eviterebbero molti problemi e situazioni di questo genere non si verificherebbero.
fonte Advocate via gaywave

Documentari Lgbt, (doc) "+ o - il sesso confuso" di Andrea Adriatico e Giulio Maria Corbelli


Novanta minuti di testimonianze in sequenza di attivisti del mondo LGBT, medici, addetti ai lavori. Nuovi e vecchi protagonisti dell’era dell’Aids parlano alle macchine da presa di Andrea Adriatico e Giulio Maria Corbelli, per un lavoro documentario dall’indiscusso valore sociale
+ o - il sesso confuso di Aura Tiralongo

Una campitura blu oltremare (Derek Jarman dal suo anello di Saturno sorride con aria complice) scandisce il passo di un percorso lungo quasi quarant’anni, portando in scena un acronimo che trascina molte vite. E’ l’ Aids, Sindrome da Immunodeficienza Acquisita. A spezzare il silenzio è la macchina industriosa di Andrea Adriatico e Giulio Maria Corbelli, alla guida del pluripremiato documentario “+ o – il sesso confuso; racconti di mondi nell’era dell’Aids”.

Novanta minuti di testimonianze in sequenza, circa una trentina, per permettere alla risacca dell’era dell’Aids di restituire i suoi “reduci”. Vivi, prima di tutto. E portatori ciascuno di una buona novella. Si alternano attivisti del mondo LGBT, medici e addetti ai lavori, testimoni diretti perché portatori del virus dell’Hiv, o spettatori coatti del suo manifestarsi sulle scene della pubblica opinione. Trenta monologhi dalla stessa poltrona bianca, in viaggio fra Bologna e Roma, per descrivere un purgatorio che ha porte e finestre, e di cui si è imparato ad allestire le stanze. Con dolore, ma anche con grinta.

Il film ricostruisce l’evoluzione di una malattia che ancora oggi galleggia negli acquitrini dello stigma sociale, affondando, riemergendo, smuovendo i fondali del rimosso e le sue contraddizioni. Il sesso, primo interlocutore, che ne esce confuso: qual è la sessualità insostenibile e quale la sessualità sostenibile? Quale la via della “liberazione complessiva” attraverso il corpo, come si chiedevano un tempo i promotori della scoperta di sé? La traiettoria attraversa gli anni ’70 e ‘80: le droghe, i grimaldelli “new wave” per “guardare le cose che sembravano difficili da capire”, l’erotismo come naturale dispositivo di militanza politica. Il nascente movimento omosessuale, e i giocosi cento metri sui tacchi a spillo che ne avrebbero segnato, con tutt’altra serietà, l’accidentato percorso di riconoscimento sociale.

E poi il morbo misterioso, da alcuni interpretato come il giusto contrappasso per gli “appestati dell’amore”: sono gli anni del “cancro gay”, come venne battezzato all’inizio, prima della caduta libera verso un’inaspettata catacombe di anime, perlopiù giovani, perlopiù senza etichette che ne attestassero l’orientamento sessuale. “Tanta gente ha rifiutato di lavorarci, perché aveva una paura folle”, spiega una ricercatrice intervistata, incrociando la voce con il sacerdote che ricorda gli oggetti dei morti in solitudine, mai richiesti dai familiari.

Sono gli anni ’90 della “malattia che marchia” e della medicina in affanno con le prime “cure compassionevoli”, dei contorni viola sugli schermi tv e della psicosi collettiva. Anni di ceneri umane sparse dai compagni nei giardini del potere, per pretendere l’accesso ai farmaci non registrati dalle major. Fino al settembre del ’95, con il primo farmaco decisivo per la prognosi dei malati, e così la rinascita. E i suoi nuovi punti interrogativi. Il film insiste soprattutto su questo, con qualche peccato veniale da licenza poetica e una colonna sonora decisamente non all’altezza, che nell’economia generale del lavoro figura come una nota a margine.

Importantissima l’unità finale, che chiama in causa i giovani d’oggi, l’attitudine al pregiudizio di stampo marcatamente (questo sì) contemporaneo, e il clamoroso silenzio istituzionale sul protrarsi del virus (solo nel 2009 l’Istituto Superiore di Sanità ha registrato 4000 nuovi casi di sieropositività e 1200 casi di Aids conclamato, con maggiore incidenza negli individui eterosessuali).

Forse controversa, come sempre lo è la realtà dei fatti, la digressione sui meccanismi di resistenza all’uso del preservativo, che insiste un attimo più del dovuto sulle filosofie dell’astensionismo consapevole e dei suoi adepti, offrendo al resto del mondo una sponda d’attracco a forte rischio di scarsa consapevolezza. Finalmente diretto, infine, l’atto di accusa ai guerriglieri del bon ton linguistico, che anziché nominare il profilattico e promuoverne l’uso, preferiscono appendere una generazione agli angoli vivi delle loro croci. Con un pudore virulento e sottile, ultimo oltraggio all’intensità blu oltremare del mantello di certe Madri.
fonte sentieriselvaggi.it

Coppia, Come capire se lui mi tradisce?


Diciamolo subito: quando un uomo tradisce non è sempre possibile scoprirlo. E’ anche vero che, se una donna comincia ad avere dei sospetti difficilmente si fermerà finchè non saranno trasformati in certezze. Non sempre comunque un periodo difficile coincide con un vero e proprio tradimento: spesso infatti un uomo può essere poco attento per problemi sul lavoro o per stress, ma non necessariamente deve per forza essere attratto da un’altra donna. Ma cosa fare se i nostri sospetti diventano sempre più forti? Come fare a capire se il nostro uomo ci tradisce?


In mancanza di una confessione o di prove schiaccianti, quello che può rimanerci è solo il dubbio che molto spesso è decisamente peggio di una, seppur dolorosa, certezza. Cercare di interpretare ogni suo gesto e ogni sua parola scavando nei suoi pensieri può essere deleterio per ogni coppia.

Credo che il punto fondamentale per due persone che stanno insieme sia la fiducia, anche nei momenti no. Noi donne poi abbiamo un sesto senso che molto spesso funziona davvero: solo voi potete conoscere a fondo il vostro fidanzato e riuscire ad interpretare le sue emozioni e i suoi stati d’animo.

Evitate di trasformarvi in un investigatore privato: non vi aiuterò certo a stare meglio ma soprattutto cercate di analizzare con lucidità la situazione.

Se lui è sempre sfuggente, non ha più voglia di fare l’amore con voi e preferisce passare le sue serate sempre con gli amici però, cominciate a drizzare le antenne. Ok, un momento così può capitare a tutti ma se i suoi comportamenti strani durano troppo tempo forse sarà il caso di affrontare la questione a viso aperto.
fonte coppia.pourfemme

giovedì 5 agosto 2010

Film Lgbt Transessualità, Vi siete mai immedesimati in un uomo che deve diventare donna?


Bree (Felicity Huffmann) è una transessuale che desidera ardentemente un operazione definitiva. La sua vita cambierà dopo aver scoperto di essere padre di un figlio adolescente, avuto con una donna. La psicoterapeuta spinge Bree a confrontarsi con il figlio e con un passato davvero doloroso, pena la mancata autorizzazione per l’intervento definitivo.

Tornare indietro per poter andare avanti. La solitudine di Bree la condurrà in un viaggio indirizzato all’accettazione del suo stato fisico seguito dall’intervento definitivo, negando le affermazioni dei dottori, imbalsamati sull’idea che il suo sia un caso di “disforia di genere” riconosciuta come malattia mentale .

Il figlio inizierà a sperimentare una vita dissoluta e promiscua, i genitori di Bree non accetteranno la sua decisione di cambiare sesso e Bree sarà una donna insoddisfatta. Universi inconciliabili e un padre che non è più padre ma madre, il figlio continuerà a dominare i suoi impulsi tradendo la fiducia della madre, ormai affezionata al ragazzo. La situazione precipita cadendo nel paradossale: Toby si prostituisce ed inizia a girare film porno per omosessuali. Il finale prevedibile non ci lascia insoddisfatti.

Critica,
Il film funziona. Il film emoziona. Il film cattura. Solleva i nostri sguardi attoniti e indifferenti nei confronti di un tema particolarmente delicato, ci racconta verità inaccettabili per bigotti di paese, ci alleggerisce il tono della nostra vita apparentemente insoddisfacente.

Una incompatibilità esistenziale che si traduce in un percorso evolutivo elaborato e conclusivo che consente anche allo spettatore più bigotto di provare tenerezza per la condizione in cui vivono milioni di persone. Anima femminile per un corpo maschile in un risultato eccezionale interpretato da Felicity Huffman, la Lynette di Desperate Housewives vincitrice del Golden Globe.

Tolleranza e compassione in un film dai risvolti drammatici ma dalla trama cruda e a volte eccesiva. Diciamo che è un film dalla lacrima facile. Nonostante gli eccessi il film funziona e raggiunge gli obiettivi che si prefissa il regista Duncan Tucker.

Ma non è una storia strappalacrime che vuole speculare sulla condizione drammatica delle transessuali, perché alla fine del film, lei è come se fosse una di noi. Insomma un dramma esistenziale volto all’eliminazione dei pregiudizi biechi di coloro che non sanno, di coloro che vivono di valutazioni negative a prescindere dalla situazione.
fonte cinemio.it

Prevenzione e Salute nel Regno Unito, Uomini famosi nudi contro il tumore ai testicoli


Interessante (e oltremodo utile) campagna lanciata nel Regno Unito per la prevenzione del tumore ai testicoli: vari personaggi famosi sono stati fotografati completamente nudi per convincere i maschietti inglesi a superare l’imbarazzo che c’è nei confronti di quest’argomento. La campagna è della fondazione senza scopo di lucro MacMillan e, secondo me, è geniale.

Nel ricordare ai maschi duri e puri che leggono Queerblog di fare un salto dall’andrologo per un controllo (che non fa mai male), mi e vi domando: quale vip italiano vedreste bene in una campagna simile rivolta al macho italico?
fonte queerblog






Lgbt, Anche la Cgil chiede uno stop alla violenza omofoba


Il logo della Cgil Sull’aggressione ai danni di due giovani omosessuali avvenuta a Pesaro nella notte tra il 27 e il 28 luglio, la CGIL Nuovi Diritti Marche, che da anni opera per fornire informazioni e tutela contro ogni forma di discriminazione, in particolare contro le persone LGBT (lesbiche, gay, bisessuali, transessuali, transgender) esprime, qualora venga confermata dalle indagini, la propria “profonda indignazione e condanna di quest'ennesimo episodio di violenza omofoba , rivolgendo alle due vittime tutto il proprio sostegno e solidarietà”.

Si augura inoltre che “si possa far piena luce su quest'episodio e che coloro che possano fornire informazioni utili alle indagini svolgano serenamente il proprio dovere civico presso le autorità competenti ricordando che il silenzio non è mai innocente”.

“Se confermata dalle indagini –aggiunge Cinzia Massetti, responsabile dell’Ufficio Nuovi Diritti Cgil Marche sorto a Pesaro alcuni anni fa - la brutale e vile agressione omofoba mostrerebbe come purtroppo anche la provincia di Pesaro Urbino non sia immune da questa escalation di violenza e intolleranza verso le persone LGBT che sta investendo il nostro Paese.

Certamente essa è anche il frutto della campagna di intolleranza verso ogni forma di differenza portato avanti anche da alcuni esponenti di questa maggioranza di Governo, in particolare verso le persone LGBT e che hanno visto più volte il nostro Paese richiamato, per xenofobia e omofobia dall' Unione Europea e più volte protagonista negativo nei Tribunali e alla Corte di Giustizia UE.

Di fronte a episodi di questo genere, la risposta delle istituzioni, delle associazioni, della società civile deve essere di una condanna forte, senza se e senza ma.

Purtroppo, in particolare nel corso dell'ultimo anno, alcuni episodi accaduti nella nostra provincia, come il tentativo di impedire un'assemblea scolastica sull'omofobia, la mancata esibizione del coro Komos, le titubanze o reticenze nel promuovere campagne contro l’omofobia e l’istituzione dei registri per le unioni civili, mostrano come si sottovaluti o si tenti di accantonare questo problema, di fatto ostacolando iniziative volte a sensibilizzare su queste tematiche.

Occorre invece promuovere- conclude -una campagna di prevenzione, educazione e sensibilizzazione contro la violenza omofoba e il bullismo a sfondo omofobo, specie nelle scuole, dando seguito, anche sul territorio della provincia di Pesaro Urbino, alla campagna contro l'omofobia promossa dal Ministero delle Pari Opportunità in collaborazione con le Associazioni LGBT, tra cui Arcigay”.
fonte pesarourbinonotizie,dalla Cgil di Pesaro e Urbino

mercoledì 4 agosto 2010

Iniziative lgbt, A Salerno primo consultorio trans per il Sud


Salerno - Il primo passo da fare è compilare una cartella clinica. Fornire ad un assistente sociale i propri dati anagrafici ed essere certi dell'identità a cui ci si sente di appartenere e a cui si tende.

Poi iniziano le varie visite specialistiche. C'è da passare dall'endocrinologo, dallo psicologo con funzioni di counseling, poi dallo psichiatra e, infine, dal chirurgo plastico. È un consultorio «speciale» quello che, a Salerno, sarà realizzato, ma che sembra già ora destinato a far parlare molto di sé.

Si chiama DiG, che è l'acronimo di Disturbi di identità di genere, il consultorio completamente gratuito rivolto a transessuali, gay e alle loro famiglie, nato grazie ad un protocollo di intesa firmato, il 28 maggio scorso, dalla Provincia di Salerno e l'Asl.

È il primo nel Mezzogiorno e il terzo in Italia, dopo quelli di Torino e Bologna, diretto dalla vicepresidente della commissione provinciale Pari Opportunità, Martina Castellana, e operativo dal prossimo autunno negli uffici del poliambulatorio di via Vernieri.

Il progetto nasce con lo scopo di accompagnare i trans durante il percorso che li porterà a rettificare i propri caratteri sessuali, ma è rivolto anche ai bambini (dai nove anni in su) che mostrano disturbi di identità e ai loro genitori, nonché ai musulmani che vivono sospesi tra il desiderio di avere un nuovo corpo e i dogmi della religione di appartenenza. Sarà istituito anche un seminario permanente sull'identità a cui stanno lavorando la dottoressa Castellana, il sociologo Massimo Corsale e una Università italiana di cui non è stato svelato ancora il nome.

Il consultorio resterà aperto tre giorni a settimana (martedì, mercoledì e giovedì). Il percorso terapeutico, in cui si alterneranno le varie figure professionali previste dal progetto, può durare da sei mesi a un anno. Dopo di che, una volta superato l'ultimo step del chirurgo plastico, il medico più amato dei trans perché li fa rinascere, diventa tutto più semplice.

Anche perché, la convenzione con centri estetici e beaty farm, a cui spettano i classici ritocchi finali, è già stata abbozzata. E nuove vite sono pronte ad essere vissute con più serenità.
fonte notiziegay.it Il Corriere del Mezzogiorno

Iniziative Lgbt "VideoQueer" Edizione 2010, concorso nazionale video sull’universo gay bisex lesbico e transgender


Videoqueer, presentata l’ottava edizione del concorso nazionale video sull’universo gay, bisex, lesbico e transgender

Novità 2010 SE HAI TESTA FAI IL TEST premio speciale di € 1.000 offerto dalla Regione Toscana per il miglior Videoqueer sul tema AIDS: percezione del rischio e prevenzione.

Un concorso nazionale video dedicato esplicitamente a raccontare l'universo gay, lesbico, bisex e transgender. Il suo nome è Videoqueer, e dà l'opportunità di raccontare brevi storie, tra quotidianità e voglia di affermazione, tra desideri e fantasie, stimolando il confronto interculturale tra condizioni e punti di vista diversi. Il video (in formato dvd), della durata massima di 3 minuti, può essere un documentario ma anche una fiction, un video-arte o elettronica. Il materiale deve essere inviato entro il 15 ottobre 2010. Il vincitore riceverà in premio 1.000 euro. La premiazione avverrà durante la giornata conclusiva del Florence Queer Festival, il 2 dicembre al Cinema Odeon.

L’associazione Ireos in collaborazionecon l’Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Firenze con Arcilesbica Firenze ed Eventi srl, presenta la VIIIa edizione di VIDEOQUEER, concorso dedicato a giovani videomaker, che propongono cortometraggi, dalla durata massima di 3 minuti.

VIDEOQUEER e' un concorso che continua a crescere negli anni riscuotendo sempre più interesse. Il numero di video presentati è passato da circa 20 delle prima edizione ad oltre 50 per la passata edizione, ma è soprattutto la qualità dei video ad essere cresciuta. Prova di queste è che molti dei videomakers che hanno partecipato e vinto il Videoqueer continuano a produrre corti, ma anche mediometraggi e gli stessi Videoqueer vengono passati in Festival non solo a tematica LGBT.

Le opere selezionato verranno proiettate e premiate durante la VIII edizione FLORENCE QUEER FESTIVAL, che si terrà a Firenze dal 26 novembre al 2 dicembre 2010 all’interno della 50 giorni di Cinema Internazionale a Firenze al Cinema Odeon. Il Florence Queer Festival è sostenuto dalla Regione Toscana, attraverso la Mediateca Regionale Toscana Film Commission. Tutti i video in concorso selezionati saranno inseriti sul sito www.florencequeerfestival.it.

Sezione speciale dedicata all’AIDS

In collaborazione con l’Assessorato per il Diritto alla Salute della Regione Toscana quest’anno il Festival dedica una sezione speciale dell’ottava edizione del VideoQueer sul tema dell’AIDS, della percezione del rischio e della sua prevenzione. Il titolo della sezione, che prevede un premio di 1.000 euro per il miglior video, è “SE HAI TESTA FAI IL TEST”. La premiazione avverrà il 1° dicembre al Cinema Odeon durante la Giornata Mondiale contro l’ AIDS, organizzata dal Florence Queer Festival in collaborazione con Regione Toscana e Fondazione Sistema Toscana Film Commission.

BANDO:
Iscrizione al concorso è GRATUITA.

Possono partecipare esclusivamente cortometraggi realizzati dopo il 1° gennaio 2008.

Le opere inviate dovranno, pena l’esclusione:

> avere una durata massima di 3minuti (inclusi i titoli);
> non costituire messaggi pubblicitari;
> le opere dovranno essere in lingua italiana o essere sottotitolate in lingua italiana.

Le opere inviate per la selezione dovranno essere in formato DVD, accompagnate dalla scheda d’iscrizione opportunamente compilata e scaricabile dal sito www.florencequeerfestival.it, corredata dalla biofilmografia del regista, e da foto di scena.

Le opere dovranno essere inviate al seguente indirizzo entro e non oltre 15 ottobre 2010:

Silvia Minelli

c/o Via Bonifacio Lupi 5ar

50129 Firenze

Per Info: 347.8553836

silvia@florencequeerfestival.it

www.florencequeerfestival.it

PREMI:

Premio della critica 1.000 €

Premio del pubblico

Premio SE HAI TESTA FAI IL TEST 1.000 €
fonte mezzanotavicenza.blogspot

Cinema Lgbt, James Franco, Dopo Milk Vorrebbe Ancora Ruoli Gay


Fino a poco tempo fa, nel regno della celluloide internazionale, passando in special modo per quella fantastica Hollywood che tante perle indimenticabili dell'industria cinematografica ci ha regalato nel corso degli anni, c'era una sorta di rifiuto categorico per l'accettazione di ruoli gay da parte di attori che omosessuali non lo erano.

Anche quelli che poi, magari solo dopo la propria morte, sono entrati nell'immaginario collettivo come attori gay, avevano il pallino di interpretare soltanto sciupafemmine o comunque personaggi molto lontani dallo stereotipo classico dell'omosessuale. Ma da un pò di tempo quest'aspetto è fortemente cambiato, in special modo da quando alcuni titoli particolarmente riusciti, considerati appartenenti al filone delle pellicole a tematica gay, si sono ritagliati uno spazioso angolo nel cinema internazionale.

Grande recitazione, storie particolarmente emozionanti e caratteristiche di vario genere sapientemente amalgamate per tirar fuori dal cilindro qualcosa che resterà nel tempo, hanno fatto in modo che molti attori ora non vedono l'ora di interpretare ruoli gay. Ci è già passato James Franco, da quando ha rappresentato nel fortunato Milk, la parte di Scott Smith, uno degli uomini che maggiormente riuscì a far perdere la testa al noto attivista politico dichiaratamente omosessuale.

Forse proprio dopo quella fortunata partecipazione, James Franco ha deciso di voler continuare su questa strada e cercare altri ruoli da omosessuale, tematica a quanto pare che gli è molto vicina, vista anche la regia ad alcuni corti a tematica gay e la sua partecipazione ad Howl in cui interpreta un uomo di punta della beat generation degli anni 50. Non ci resta che attendere la sua prossima queer performance.
fonte omoeros.blogspot

Il blogger risponde solo per se


Ho letto su un giornale che la Cassazione ha stabilito una netta distinzione fra stampa e blog. Mentre si smorzano le polemiche per l’uscita della Fieg, che ha lanciato l’idea, non raccolta dal governo, di una mini-tassa sul Web del costo di un caffè, arriva una sentenza che riporta un po’ di serenità nella Rete italiana. ''La figura del blogger non è assimilabile a quella di un direttore di giornale''.

Lo ha affermato la terza sezione della Corte di Appello di Torino, dopo aver assolto il gestore di un blog a causa dei post altrui. Chi tiene ''un diario on-line'' risponde per sé e non per i post altrui. L’imputato era un giornalista 63enne, Roberto Mancini di Aosta, che aveva perso in primo grado. Ma l’Appello ha stabilito che la figura del blogger e del direttore sono distinti. Cosa ne pensate a riguardo?
fonte liberalaico.com di Stefano Giacalone

martedì 3 agosto 2010

Sport, Esclusiva per lisadelgreco.blogspot.com. Europei di atletica leggera, il risveglio azzurro, di Francesco Nocentini

Articolo di Francesco Nocentini,
in esclusiva per News Dal Mondo lgbt e non solo...© Riproduzione riservata

Il bilancio finale è di sei medaglie, quattro d’argento e due di bronzo.
Gli Europei di atletica leggera di Barcellona si chiudono in maniera tutto sommato lusinghiera per l’Italia. L’exploit più bello (senza nulla togliere agli altri azzurri) è della staffetta veloce, la 4x100, con il record nazionale fissato in 38”17 e il secondo posto dietro alla Francia del talento Christophe Lemaitre.

Il laziale Roberto Donati, il siciliano Emanuele Di Gregorio, il lombardo Simone Collio e il fiorentino Maurizio Checcucci hanno compiuto un’impresa da manuale, cancellando dall’albo d’oro dei primati niente meno che Pietro Mennea. Un record, quello della staffetta veloce, durato 27 anni, visto che il campione olimpico di Mosca ’80, lo stabilì insieme a Tilli, Pavoni e Simionato, ai mondiali di Helsinki del 1983.

A Checcucci, 36 anni, sprinter ‘rubato’ al calcio, finalista olimpico nel 2000 sempre nella 4x100, i compagni avevano affidato l’ultimo testimone in prima posizione. Il suo attacco al rettilineo è stato commovente: Checcucci ha macinato metri, ed il francese Martial Mbandjock, 25 anni (bronzo su 100 e 200 proprio a Barcellona), uno dei giovani talenti a livello mondiale, ha faticato a recuperare. C’è riuscito sulle righe, come si dice in gergo, solo alla fine ma con l’Italia sempre lì attaccata.

Belle anche la staffette 4x400 femminile e maschile. Chiara Bazzoni, Marta Milani, Maria Enrica Spacca e Liobania Grenot hanno stabilito il nuovo primato italiano (3’25”71) arrivando quarte. Per i maschi, invece, è venuto fuori solo un ottavo posto ma il gruppo ha dimostrato, come per le ragazze, che ha un futuro da protagonista.

Due staffette del miglio aggrappate ai giovani, ai quali è stato chiesto ogni spicciolo di energia. A cominciare da Marta Milani per finire a Claudio Licciardello, un talento puro ma ora tormentato dal male ai tendini. 

Nei primi 200 metri della sua frazione il giovane di Giarre, vicecampione europeo indoor individuale, è passato in circa 21”50. Una velocità supersonica, un tempo da finale dei 200 agli italiani e non da 400. Un lampo che si è interrotto quando l’atleta siciliano era a ottanta metri circa dal compagno al quale doveva passare il testimone. Perché questi lampi, nel giro di pista, ti uccidono. Ti tolgono quasi ogni briciola di ossigeno dal cervello.

La corsa che a tutti era parsa in pista, Licciardello l’ha vissuta sul ciglio del precipizio, quattrocento metri sul margine di chissà quale burrone. Lui ha retto fino alla fine, è arrivato al cambio quasi camminando ma senza mollare, a testa alta.

Una gara quella del giovane talento e dei suoi compagni (Marco Vistalli, Luca Galletti e il primatista italiano Andrea Barberi) nella quale si sono rivisti gesti che non appartengono più alla nostra epoca, come i modelli di auto ormai fuori produzione da un pezzo: commozioni virili, generosità a fondo perduto, strette di mano che valgono più di qualsiasi atto notarile.

In Claudio Licciardello e nei ragazzi delle altre staffette è rimasto, semmai, quel coraggio, quella sfrontatezza di prendere la vita di petto, che c’è ancora in chi crede allo sport vero. Un esempio per quei ragazzi che vorranno, un giorno, indossare la tuta e scendere in pista. Questi atleti invecchieranno ma non vorranno dirlo e saperlo. Meglio la baracca sul dirupo che un ombrellone ai bagni.

«Non gareggio per vincere ma per vedere chi ha più fegato» diceva il fondista Usa Steve Prefontaine, quarto nei 5mila alle Olimpiadi di Monaco ’72 e morto giovanissimo in un incidente stradale.

In quelle gare, in quelle staffette si sono viste le storie di un mondo che non c’è più ma che in qualcuno almeno rivive. E che la distanza aiuta semmai a guardare meglio.
Piangendo di commozione per una medaglia vinta...
O una mancata di un soffio...
Ma senza abbassare gli occhi...
foto: Giancarlo Colombo/Fidal

Fonte Francesco Nocentini per http://lisadelgreco.blogspot.com/
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Icone Lgbt, Lady Gaga ancora in prima linea contro l’odio e l’omofobia


Lady Gaga scrive ai fan per metterli in guardia dalla Westboro Baptist Church che come al solito ha intenzione di picchettare i suoi concerti

Ormai esattamente come i suoi costumi bizzarri non stupisce più che Lady Gaga si faccia sentire su temi forti quali l’omofobia e altre forme di odio. La star, infatti, al contrario delle colleghe che sostengono il pubblico gay solo quando hanno bisogno di pubblicità, si è espressa più volte a favore della comunità gay partecipando in prima persona a marce per l’uguaglianza e fronteggiando direttamente gruppi omofobi.

E’ già da qualche tempo, infatti, che i concerti di Lady Gaga vengono assediati da un gruppo in particolare, appartenente alla Westboro Baptist Church del reverendo Phelps: questi integralisti cristiani sono famosi per il loro accanimento speciale nei confronti della comunità omosessuale alla quale attribuiscono ogni disastro dai terremoti agli attentati e così sapendo il legame di Lady Gaga per i suoi fan gay, ecco che anche i concerti della star diventano occasione per creare scompiglio.
fonte music.fanpage.it

LGBT, LUXURIA: «SONO SEMPRE DI SINISTRA MA LA SINISTRA, ESISTE ANCORA?»


Vista l’altra sera, all’ingresso della festa romana di Sinistra e Libertà. Dopo tanto. Chiesto a bruciapelo: ma allora è vero che ti sei trasferita a destra? «Ma basta con questa storia. Ti sembra davvero, conoscendomi, che potrei mai essere di destra?». Campane a festa ma ce la tenevamo dentro da mesi. Da quando ci era arrivata l’eco di una intervista al Corriere dalla quale sembrava evidente l’avvenuto salto della quaglia di un nostro eccellente collaboratore che si chiamava Vladimir Luxuria.

Pareva passato armi e bagagli al berlusconismo, addirittura sul punto di entrare nelle liste regionali armate da quel fronte politico. Succede, non è vero? E pazienza, ciascuno ha la sua strada. Però, ci soffrivo perché «Vladi» lo avevo voluto io molti anni fa come commentatore nelle pagine di cronaca nazionale dell’Unità che allora dirigevo.

Ricordo come andò quando annunciai la sua prima firma nella riunione del mattino: quel nome gridava vendetta, pochi lo conoscevano fuori dalla realtà romana; non aveva, credo, mai scritto su testate nazionali ma era e resta un\una raffinata intellettuale che allora dirigeva il circolo di cultura omosessuale Mario Mieli.

Mi guardarono come fossi matto ma cedettero senza troppo soffrire, perché l’Unità è l’Unità ed è in grado di ospitare settanta chili di una Luxuria liberatrice senza farsi travolgere da pudori verginelli. Allora, Vladi, se è così, parliamone, va? «Sì, va». Eccovela, con la speranza che vi addolcisca il cuore, lo so che soffrivate...

Vladi, ma ti par maniera? Eppure lo sai che sei un personaggio pubblico e che quel che fai e dici ha il suo rumore. Quindi, vogliamo dare un dispiacere a La Russa che pareva entusiasta di te?
«Ma insomma, diciamo che sono rimasta in mezzo a un pacco ben confezionato, per il quale avevo, è vero, offerto io il pretesto. Poi ho provato a spiegare sul mio blog, smentire sui giornali è cosa difficile, laboriosa, un po’ sono stata giocata, un po’ no...».

A me non la racconti, sei tosta come pochi, o poche e, per stima sincera, so che non ti fai manipolare se non ti garba...
«Grazie. Adesso che mi rimproveri con un complimento, devo ammetterlo: altra gente mi ha chiesto “ma è vero che sei diventata di destra?”. Quasi non ci credevo, forse non ho percezione esatta dell’effetto delle cose che mi riguardano sull’opinione pubblica...».

Ecco, mettiamola così, racconta...
«Vuoi sapere di La Russa?».

Yes, niente di intimo, prego...
«Spiritoso, ma siccome devo anche a te se mi sono affacciata sul fronte della grande comunicazione, ecco che racconto. Era in atto un ennesimo attacco discriminatorio nei confronti degli omosessuali nelle Forze Armate. Solita frattaglia di pregiudizi secondo i quali i gay sarebbero fragili, molli, effemminati, anche se la stragrande maggioranza degli omosessuali esce da questa stereotipia. E qui entra in gioco La Russa che si smarca a sorpresa e bolla l’attacco: discriminazioni senza senso, sbagliate insomma.

Nella trasmissione di Sposini faccio i complimenti al ministro perché ha detto bene e perché io sono libera di dire quello che voglio. Sposini chiede a La Russa se avrebbe avuto problemi a candidarmi nelle liste del Pdl e lui risponde che Luxuria “ha lavorato meglio e di più di molti candidati del Pdl”.

Sempre Sposini - ma sei sicuro che interessi tutto questo? - mi chiede se mi sento di escludere che il Pdl possa candidarmi e io rispondo che non escludo niente, ma nel senso che loro potevano fare quello che volevano, non che io ero disposta ad accettare le loro offerte, tanto è vero che qualcuno ci ha provato ma che io sono rimasta fuori per scelta mia. Non bastasse dalla destra in generale, ma da questa destra terribile, neanche a pensarla...».

Il cielo ti illumini di immenso, Vladi, sei ancora di sinistra...
«Sì, sì, di sinistra sempre e comunque. Ma che ci sia la sinistra chi me lo garantisce?»

Tu, bella gioia, le teste come la tua...
«Lascia stare, sto parlando di rappresentanze e di istituzioni, non vedo brillare granché. Per esempio, mi piace Vendola e lo stimo, è una risorsa per la sinistra ma perché nel programma della festa non c’è una iniziativa sui diritti e sulla uguaglianza, sulle unioni omosessuali? Invece, devo ammettere che alla Festa dell’Unità di Roma questi temi ci sono, sono affrontati, fanno parte del fronte culturale e politico. Nonostante il nulla dei governi Prodi in questa direzione...».

Frena, Vladi: hai un bel coraggio, di quei governi si ricorda soprattutto il dibattito bellicoso sui Dico, ci sono morti su questi temi e tu dici che è niente?
«Parlo di risultati. Poi, è colpa mia se almeno a parole La Russa mostra più comprensione di Mastella sul tema? Io devo stare attenta, non mi interessa vincere le elezioni, mi interessa che i principi di uguaglianza convincano chi sulla carta non dovrebbe essere disponibile. Come la Carfagna: ha fatto o no autocritica sul modo di intendere le questioni legate alla omosessualità? Queste cose per me contano...».

D’accordo, allora perché non pretendi i Dico da questa sensibile destra sulla via di Damasco?
«Sempre spiritoso. Ma te lo ricordi Rutelli che faceva lo scendiletto di Ruini? E la Binetti? E, ci torno, Mastella? Hanno fatto il loro lavoro, hanno demolito il governo di sinistra, hanno sfondato la sinistra e si son tolti di mezzo a lavoro finito. Missione compiuta.

E Casini? Davvero speriamo di poter fare qualcosa con lui che vada nel senso del progetto di liberazione dell’umanità? E D’Alema? Gli ho sentito dire cose impronunciabili, secondo me, a sinistra su questi argomenti, altro che Udeur. Vedi, se son riuscita a riallacciare rapporti con mio padre, puoi scommettere che sono pronta a cercare, accettare e apprezzare spostamenti del pensiero anche in chi è molto distante da me sul piano culturale e politico, questo è il mio fronte e ti garantisco che è un fronte di sinistra».

Non fa un grinza, resta il fatto che a parole quei signori sono pronti a qualsiasi cosa pur di intercettare al volo qualche consenso, sono i peggiori studenti della terza “C” europea e fuori dall’Italia lo sanno meglio che da noi...
«Vero, ma questa è la materia. Serve che ti ricordi come si è spostato il vecchio e bravo Pci dai tempi della condanna per indegnità morale a Pasolini?».

No, non serve, peccato che tu stia parlando di sessantuno anni fa...
«Bando ai ricordi e largo al presente: il sindaco di Fano, Pdl, mi ha cassato uno spettacolo firmato da Patroni Griffi perché turba secondo lui la sensibilità degli abbonati. Italia, Italia....».
fonte l'altrarepubblica

Tantum rosa: spot tv inganna le donne, allarme intossicazione


50 donne sono finite in ospedale per intossicazione dopo aver assunto per via orale una bevanda vaginale. Lo spot del medicinale sotto accusa.

Avete presente lo spot del Tantum Rosa? Quello in cui una ragazza, trafelata, raggiunge le amiche e dice loro di non poter uscire perché ha “un bruciore e un prurito intimo…“? La sfortunata biondina mostra alle amiche il prodotto acquistato in farmacia, il Tantum Rosa in bustine, appunto.

Sarà per il colore della confezione che assomiglia ad altri prodotti senza obbligo di ricetta per uso orale, sarà perché l’idea della “bustina” è di solito associata a quei medicinali che si sciolgono in un bicchiere d’acqua, sarà perché lo spot non era molto chiaro, ma ben 50 donne in un mese (tra dicemebre e gennaio) sono finite in ospedale per intossicazione. Già perché le bustine in questione andrebbero usate per fare lavande vaginali!

Il centro Antiveleni di Pavia segnala che potrebbe essere colpa dello spot “che sembra aver tratto in inganno le consumatrici. Se prima di dicembre rilevavamo 0,5 casi al mese per uso errato accidentale, dopo l’arrivo dello spot sul piccolo schermo e la classificazione del medicinale come farmaco da banco l’incidenza è salita a ben 16 casi in un mese solo nel nostro centro“.
fonte gossip.fanpage.it

lunedì 2 agosto 2010

Lgbt, Il governo taglia il numero verde stop al telefono salva-prostitute


Chiuse le 14 postazioni territoriali: tagli al bilancio. In dieci anni assistite 14mila donne costrette a prostituirsi. La protesta delle associazioni

ROMA - Ionela si è salvata. Il marciapiede l'ha visto solo una sera. Nessun cliente è riuscito ad avvicinarla. Le è bastata una telefonata. La sera stessa, davanti alla questura di Torino, gli assistenti del Gruppo Abele l'hanno portata in comunità.

Ionela, romena, pensava di dover lavorare in un ristorante, non sapeva che il marito l'aveva venduta ai suoi sfruttatori. A salvarla un numero di telefono o, meglio, una delle 14 postazioni locali del numero verde antitratta, che dalla mezzanotte di questa sera chiuderanno i battenti.

Il governo infatti ha deciso di sopprimere dal primo agosto tutti i 14 uffici territoriali, per sostituirli con un'unica postazione centrale e ridurre i costi: "Un regalo alle organizzazioni criminali" denunciano gli enti pubblici e le associazioni impegnate nell'assistenza alle vittime di tratta (tra i quali i Comuni di Venezia, Ravenna, Firenze, Perugia e Napoli, e la Regione Emilia-Romagna).

Eppure la tratta di esseri umani, stando alla relazione del Copasir del 29 aprile 2009, "alimenta un mercato illegale che rende diversi miliardi di dollari l'anno, una cifra inferiore soltanto al traffico di stupefacenti e di armi". Le vittime vengono sfruttate nella prostituzione, nell'accattonaggio e nel lavoro nero. "Tra marzo 2000 e maggio 2008 - scrive il Copasir - sono stati realizzati 13.517 programmi di sostegno a vittime di tratta, dei quali 938 in favore di minori". E ancora: dal 2004 al 2009 le persone indagate per reati di tratta sono state 8.913. Un sistema, questo, che rischia ora di crollare.

"Le postazioni locali del numero antitratta - spiegano gli enti coinvolti - non si limitano a una funzione di ascolto, ma sono in grado di attivare una risposta immediata, 24 ore su 24, alle richieste di aiuto, proprio perché sono integrate in un sistema territoriale, che ha permesso in dieci anni di assistere oltre 14mila persone". Insomma se fino a oggi una vittima poteva essere facilmente raggiunta da una delle 14 postazioni attive sul territorio, da domani a rispondere sarà solo una postazione centrale nazionale, con sede a Venezia, "incapace di garantire interventi tempestivi".

Gli enti e le associazioni impegnate contro la tratta lamentano anche il modo in cui si è arrivati a questa decisione: "Una comunicazione è stata inviata appena 10 giorni prima della scadenza delle convenzioni, non permettendo l'attivazione di una soluzione alternativa e facendo perdere il posto di lavoro a 80 operatori specializzati".

Denunciano, inoltre, una più generale "volontà di smantellamento di un sistema di intervento che è considerato un modello di eccellenza", vista anche "la decisione di ridurre di 800mila euro i fondi destinati ai progetti di inserimento sociale a favore delle vittime".

Per tutto questo, l'Anci chiede un incontro urgente al ministro per le Pari Opportunità.
fonte repubblica.it di VLADIMIRO POLCHI

Lgbt, Video da You Tube: approcci gay ed equivoci


Non è recente, ma trovo questo spot televisivo molto divertente (tranne il finale in cui si allontana come se il protagonista avesse la peste, ma è un dettaglio…)

E voi, non avete mai avuto situazioni simili? Mai convinti che qualcuno fosse gay e poi in realtà si trattava di un equivoco? Mai fallito il vostro gayradar?
fonte queerblog

Facebook, violati i dati di 100mln di utenti: il social network si difende


Facebook nell'occhio del ciclone privacy: 100 milioni di profili violati da un codice e inseriti in una lista visibile a tutti. Zuckerberg si difende: "Erano informazioni classificate come pubbliche e già visibili agli altri utenti del network"

Facebook non è il luogo più sicuro del mondo e il fatto che un uomo minacciava le sue ex tramite profili falsi del social network più famoso, ci dimostra quanti crimini si possono compiere con la complicità della rete. La sicurezza che è stata violata, stavolta, è proprio di Facebook e 100 milioni di utenti si sono visti invadere nell’ “intimità” dei loro profili.

Tutto è successo perchè Ron Bowles, ricercatore per la Skull Security, ha utilizzato un frammento di codice per effettuare una sorta di scansione dei profili di Facebook. Da quì ha poi raccolto tutte le informazione che gli utenti classificano come “pubbliche” e ha creato una lista che ha poi pubblicato su un sito di file sharing, a disposizione di tutti quelli che vogliono scaricarla.

In realtà, il concetto di Bowles voleva diffondere era quella dell’eccessiva relatività della privacy su Facebook. Del resto, se personaggi famosi – che sono sempre in fuga dai paparazzi – decidono di condividere le notizie sulla loro vita privata – come Irina Shayk che ha annunciato il matrimonio con Cristiano Ronaldo – non devono nemmeno sorprendersi che poi diventino di dominio pubblico.
fonte donna.fanpage.it

Lgbt, Il 25 agosto sfilerà a Kathmandu il primo Pride nella storia del Nepal


Per la prima volta nella storia, il prossimo 25 agosto il Nepal avrà il suo Gay Pride. A diffondere la notizia è stato l'unico deputato gay dell’ Assemblea Costituente Nepalese. Si prevede che a sfilare per le strade della capitale Kathmandu saranno circa in 3000 e la scelta della data non è casuale.

Infatti il 25 agosto è la data in cui si svolge un antico festival indù durante il quale alcuni uomini vestono abiti femminili e che sta diventando sempre di più un appuntamento imperdibile per la comunità lgbt nepalese.

Il 25 agosto sfilerà a Kathmandu il primo Pride del Nepal"Vogliamo rendere questo evento davvero internazionale" ha dichiarato il deputato gay Pant. La festa, che si chiama "Gai Jatra" è, in realtà una commemorazione delle persone morte durante l'anno, ma lo fa in modo allegro e colorato affidando il ricordo a giovani uomini travestiti.

Il Pride dovrebbe vedere sfilare anche elefanti e cavalli acconciati con bardature colorate e vivaci e si concluderà con una fiaccolata per ricordare le vittime dell'HIV e della violenza omofoba.

Il 2010 è sicuramente un anno importante per i diritti delle persone lgbt in Nepal. Oltre al primo Pride, infatti, c'è anche l'ordine della Corte Suprema al governo di emanare delle leggi che garantissero i diritti delle persone gay, lesbiche, transessuali e bisessuali.
fonte gay.it

domenica 1 agosto 2010

Cinema Icone Lgbt, Franca Valeri ..90 ma non si dice...


Guai a parlare a Franca Valeri dei 90 anni che compie questo sabato 31 luglio. È stata bersagliata da ogni tipo di augurio, omaggio, festeggiamento, ritratto ed elogio, è stata intervistata in prossimità del compleanno con l’ottimo pretesto di parlare del suo futuro e cioè di quando a gennaio del 2011 reciterà al teatro Valle di Roma nella sua nuova commedia Non tutto è risolto (ah, la preveggenza sociale dei titoli…), è stata ancora una volta messa in grado di fare generosa pubblicità alla sua pubblicazione la Repubblica delle code che è una rivista indipendente per cinofili rintracciabile su internet, è stata debitamente ri-biografata, ri-raccontata e ri-mitizzata.

Ma ha sempre dribblato con eleganza le insistenze più o meno collaterali sull’argomento età, sul tema del suo novantennio, sulla filosofia di lei nonagenaria. Allora dritto per dritto, e in virtù di un’amicizia che ci ha sempre fatto ridere di qualunque cosa, ho pensato di proporle una chiacchierata che a dispetto di tutto, e delle sue mai convenzionali idee, vertesse solo ed esclusivamente sugli anni che passano, sull’anagrafe sua e degli altri, insomma una conversazione su una materia che in queste ore la assilla, la assedia, la assale.

Franca, parliamo del concetto sciagurato e molesto dell’età…
«Va bene. Merita una riflessioncina. L’età dell’uomo si è allungata, e contemporaneamente sono cresciute le occasioni per liberarsi di un bel po’ di gente giovane (vuoi attraverso gli incidenti stradali, vuoi con le droghe, vuoi a causa della piaga inestinguibile e sempre rigenerata delle guerre). Nel frattempo, a proposito di immaginario, si continua purtroppo spesso a considerare una notizia il fatto che qualcuno compia 90 anni, perché in passato effettivamente non ce n’erano molti in giro, e mi riferisco a quei pochi e poveri vecchietti piegati in due…»

Mentre adesso?…
«Adesso tutto è cambiato, ci sono in circolazione parecchi centenari, e la longevità poggia sulla salute, tant’è che non è difficile avere un buon fisico grazie al quale arrivi anche a collezionare cento primavere, e io ad esempio fortunatamente me la passo bene, non ho più l’elasticità e le forze di quando ero quarantenne, però la testa mi funziona ugualmente e anche di più»

Ciò non toglie che susciti la sorpresa, i complimenti, gli onori della gente e dell’ambiente artistico…
«Sì, a costo di dovermi sentir dire tante e tante volte “Brava, ancora recita?”. E non sanno che io magari mi dimentico il nome di qualcuno ma mai la parte da imparare a memoria per uno spettacolo. E poi, lasciamelo dire, tutto questo traffico attorno al mio compleanno, beh diciamo che è un po’ incredibile…»

Ma sono tutti amici, persone del tuo mondo, giornalisti e artisti che ti vogliono bene…
«Ma sì, è vero, mi fa anche piacere, e infatti mi presto come posso, però un po’ di involontario disagio si crea, perché uno sta lì a fare tante cose e a pensare tante cose, ed ecco che da un certo momento in poi ti viene ripetutamente messo nell’orecchio che sei un vecchio, faccenda a cui non era detto che tu stessi pensando»

Vogliamo guardare indietro nel tempo, per scoprire che al compimento di qualche altro tuo decennio d’età hai invece festeggiato, hai condiviso l’anniversario?
«Io non ci ho mai tenuto molto. Molte persone ti dicono “Stasera non posso fare questo o quello perché ho un compleanno”, e c’è chi affitta dei locali, fa cene pazzesche, probabilmente per avere dei regali.

Io no. Sarà che compio gli anni in piena estate, stagione in cui gli amici erano e sono fuori, e mio padre ha sempre avuto un buen retiro in campagna, e i conoscenti hanno in genere prenotato alberghi… Al massimo ho festeggiato assieme a mio fratello, nato d’inverno»

E il rapporto con l’ammontare esatto dei tuoi anni è sempre stato trasparente, o hai qualche volta, diciamo per motivi di lavoro, manomesso e diminuito l’età?
«Se consideriamo il comportamento più naturale e diffuso tra le donne, prima effettivamente a signore e ragazze non piaceva granché ricordare l’età, e pronunciare la parola “cinquant’anni” era una sofferenza, ma adesso ho notato che il fenomeno s’è invertito, ora ci tengono, si mostrano, s’inorgogliscono. Quanto a me, non ho mai fatto carte false (o documenti falsi: sì, si cambiavano pure le carte d’identità, un tempo), e da quando ho lasciato il mio nome vero Franca Norsa per il mio nome d’arte Franca Valeri tutti sanno tutto di me, mi sarebbe stato addirittura impossibile bluffare sul numero degli anni che avevo»

Un pensiero sulla differenza tra la vita umana che s’allunga e la vita degli animali, mi riferisco ai cani cui sei tanto devota, che invece è drasticamente più breve…
«È un’ingiustizia della natura, questa cosa. Però loro, chissà, vivono più intensamente. Ecco, è proprio dai cani che amo essere festeggiata.

Mi basta che mi vengano incontro così come sanno fare di solito. Ora però ti devo lasciare, sono arrivati due ragazzini bellissimi con uno stupendo mazzo di fiori e…»
fonte cheteatrrocheefa-roma.blogautore.replubblica.it

Franca Valeri Madrina alla Serata di apertura 24° Torino GLBT Film Festival,
Da Sodoma a Hollywood -23-30 aprile 2009 (www.cinemagay.it)

NON AVERE AMICI E' DANNOSO COME FUMARE O ABUSARE D'ALCOL


Washington, 28 lug. - Non avere amici e' pericoloso per la salute esattamente come fumare, essere obesi o eccedere nell'alcool. Lo rivela uno studio di scienziati statunitensi pubblicato nel sito on-line della rivista PLoS Medicine.

Le persone con saldi legami sociali hanno il 50 per cento in meno di probabilita' di morire piuttosto che quelle solitarie, sostengono i ricercatori della Brigham Young University, in Utah; e tuttavia l'isolamento e' un piaga crescente nel mondo industrializzato, per cui i ricercatori sostengono che i politici dovrebbero aiutare la gente ad incrementare i propri rapporti sociali, proprio nell'ambito delle politiche di salute pubblica. Studi precedenti avevano tra l'altro dimostrato che le persone con minori relazioni sociali muoiono prima di quelli che si relazionano con molti amici, conoscenti o famigliari.

Stavolta gli studiosi hanno analizzato 148 studi precedenti che fornivano dati sulla mortalita' degli individui in rapporto alle loro relazioni sociali, con dati relativi a oltre 308mila individui, seguiti per una media di 7 anni e mezzo. "La mancanza di relazioni sociali e' l'equivalente di fumare 15 sigarette al giorno", assicura la psicologa Julianne Holt Lunstad, che ha guidato lo studio.

Sulla morte prematura le relazioni sociali hanno un impatto maggiore che prendere farmaci per la pressione alta e molto piu' che l'inquinamento; avere un basso livello di interazione equivale ad essere un alcolizzato ed e' due volte piu' dannoso che l'obesita'.

"Non voglio certamente sminuire questi altri rischi, che sono fattori naturalmente molto importanti", ha aggiunto la Holt-Lunstad, "ma dobbiamo cominciare a prendere le relazioni sociali molto su serio".
fonte www.agi.it

Lgbt, USA: Howard Bragman prepara reality per il coming out di persone famose


USA: Howard Bragman prepara reality per il coming out di persone famoseHoward Bragman (in foto) – noto per aver organizzato il coming out di personaggi famosi come Chaz Bono, Chely Wright o Meredith Baxter...

Sta preparando un reality show per A&T Tv– Coming Out – durante il quale personaggi famosi faranno, appunto, coming out. Il programma dovrebbe andare in onda nell’ultimo trimestre di quest’anno e al momento è in corso il casting per cercare le storie più avvincenti.

Probabilmente non ci saranno star di prim’ordine, ma ex-famosi in cerca di notorietà, e questo, sinceramente, mi sembra molto triste. Certo, un programma del genere potrebbe essere di aiuto per molti, visto che, presumibilmente, il coming out avverrà anche con parenti e amici; ma potrebbe essere anche un mero tentativo di spettacolarizzazione della vita (sofferta) delle persone.

Che ne dite? Secondo voi chi farà coming out?
fonte queerblog Foto | Greg In Hollywood

Novità al cinema: vietato ai minori di dieci anni, Il divieto si affianca a quelli già in vigore per 14 e 18


Foto da Avatar, campione di incassi e non vietato ai minori di dieci anni

Il testo del disegno di legge approvato dal Consiglio dei ministri contiene una serie di novità per il cinema, compresa l'introduzione di una nuova soglia di divieto ai minori di 10 anni.

Si prevede anche che dal 2011 i finanziamenti pubblici al cinema siano focalizzati sulle opere prime e seconde, i cortometraggi e i documentari mentre nel settore della promozione l'intervento statale sarà riservato ai soli enti ed eventi con rilevanza internazionale o nazionale.

Questo, con l'obiettivo, sottolineano dal ministero, di snellire le procedure e migliorare la gestione delle risorse, eliminando gli sprechi nell'assegnazione dei fondi pubblici statali.

Contestualmente viene ridotta la composizione della Commissione per la cinematografia. Si interviene sulla revisione cinematografica, prevedendo, «oltre al nulla osta alla visione per tutti, ai minori degli anni 14 e ai minori degli anni 18, l'ulteriore soglia relativa ai minori di 10 anni.

In questo modo», sottolineano dal ministero, «si allinea il nostro sistema a quelli della gran parte degli altri Paesi e si intende assicurare una tutela più puntuale e efficiente della sensibilità dei minori di età infantile e preadolescenziale, ampliando al contempo, con una maggiore articolazione, la platea di film la cui visione altrimenti risulterebbe limitata ai maggiori di 14 anni».

Da parte degli esercenti, la presidenza dell'Agis, con le associazioni dell'esercizio cinematografico Anec, Anem, Fice e Acec «apprezza la pronta risposta del ministro dei Beni e Attività Culturali Sandro Bondi, che apre al confronto sul disegno di legge e assicura la piena attenzione nei confronti di questo fondamentale settore del cinema.

Ribadiamo che è urgente ed indispensabile la proroga del decreto legge sul tax-shelter e tax-credit per l'intero settore cinema, misura senza la quale», concludono gli esercenti, «si rischia una effettiva e devastante paralisi».

Non sarà vietato ai minori di dieci anni il colossal in 3D Avatar. ancora primo nella classifica degli incassi pubblicata dal mensile Ciak. A seguire altri due film in 3D sicuramente non vietabili ai bambini: Alice in Wonderland e L'era glaciale3.

Ma mentre il cinema italiano sembra godere ancora di buona salute, con 8 i film tra i primi 20 per gli incassi, i cinepanettoni sono in crisi. Si piazza fuori dalle prime posizioni il cinepanettone Natale a Beverly Hills: rispetto al precedente capitolo, il titolo Filmauro perde 600mila spettatori e oltre 3 milioni di euro d'incasso. Un risultato ancora peggiore per Leonardo Pieraccioni con Io & Marilyn, 13 milioni.
fonte arena.it/stories/Cultura & Spettacoli