sabato 27 aprile 2013

LGBT Philadelphia, arriva l’Equality Bill


Philadelphia si conferma la colonna portante dei diritti LGBT in America.
La quinta città più grande degli Stati Uniti ha infatti approvato, come riportato da LGBTQ Nation:
http://www.lgbtqnation.com/2013/04/philadelphia-city-council-approves-landmark-lgbt-equality-bill/
un equality bill a tutela dei diritti legali delle coppie dello stesso sesso; il sindaco Michael Nutter ha dichiarato che entro breve apporrà anche la sua firma sul documento.

Philadelphia si trova in Pennsylvania, che abolì la legge contro la sodomia nel 1980, quando alcuni cittadini promossero azioni legali contro lo Stato. Ciononostante, le unioni civili sono consentite solo a Philadelphia; ora, l’equality bill sarà una garanzia in più per le coppie omosessuali.

Il promotore del documento, il consigliere Jim Kenney, ha infatti istituito un fondo di credito per consentire anche alle famiglie con genitori dello stesso sesso di far valere i loro diritti in sede legale. Sono previsti, con questo provvedimento, anche degli incentivi statali per gli avvocati che decideranno di assistere le coppie LGBT; 14 consiglieri contro 3 hanno firmato una proposta di legge che rafforza molto i diritti omosessuali in una città già all’avanguardia da questo punto di vista.

Il documento si pronuncia anche a tutela della popolazione transgender: sarà compito del governo garantire l’assistenza per le spese mediche e sanitarie, inclusi anche gli interventi chirurgici.
Dal punto di vista burocratico, sarà più semplice il cambiamento di nome e sesso sui documenti; tutto dovrà essere gender neutral, e non ci dovranno essere distinzioni di tale sorta. Viene proibita, oltretutto, qualsiasi forma di discriminazione sanitaria contro la popolazione omosessuale e transessuale.

Brian Sims, la prima persona apertamente gay ad essere eletta nella Pennsylvania General Assembly, ha definito i membri del consiglio agents of equality, «attori dell’uguaglianza». Jim Kenney sostiene: «Il disegno di legge riconosce l’umanità e l’essere cittadini di queste persone, e i loro pieni diritti a partecipare a tutto quello che la legge ha da offrire a chiunque altro».

Philadelphia si schiera in favore di una cittadinanza al tempo stesso eterogenea ed unita, con gli stessi diritti per ogni suo membro, riconosciuto tale in favore della dignità umana.
Lo Stato della Pennsylvania si avvicina ancora a quanto auspicato da Barack Obama nel suo discorso di insediamento alla Casa Bianca, nel 2013: «Il nostro viaggio verso la libertà non potrà dirsi completo fin quando i nostri fratelli e le nostre sorelle omosessuali non saranno trattati come tutti davanti alla legge; se è vero che tutti siamo creati uguali, allora l’amore tra ciascuno di noi deve essere trattato allo stesso modo».
fonte http://ilreferendum.it di Chiara Gagliardi

Al Festival del Giornalismo di Perugia si parla della questione LGBT nei media


La questione LGBT nei media è stato il tema di un incontro al Festival del Giornalismo di Perugia.
Peccato che sia stato solo un’occasione per l’autoreferenzialità e non per affrontare l’argomento in maniera seria.

È in corso a Perugia il Festival Internazionale di Giornalismo, evento fondato nel 2006 da Arianna Ciccone e Christopher Potter. Tra i vari eventi in programma oggi si è affrontata la questione LGBT nei media. Sono intervenute le giornaliste e scrittrici Cristiana Alicata e Delia Vaccarello, Benjamin Cohen, fondatore PinkNews.co.uk, coordinati da Pasquale Quaranta, giornalista e attivista. Intento dell’incontro è stato quello di compiere

una passeggiata attraverso la questione gay nel mondo dei media: come vengono raccontate le storie di ordinaria discriminazione, la transfobia, l’assenza di diritti civili o i drammi del bullismo omofobico? E come il racconto di queste storie influenza l’opinione pubblica e la politica? Con l’aiuto dei nostri speaker dialogheremo di come il giornalismo italiano affronta le tematiche gay, lesbiche e trans e delle differenze con il resto d’Europa.

Ho volutamente sottolineato che questo è stato l’intento, perché, a mio modo di vedere, non è stato quello di cui si è parlato. Sì, perché oltre all’autoreferenzialità – quante volte è stato pronunciato il pronome io?
E quante altre volte si è sottolineato ho fatto questo, ho scritto quest’altro, mi occupo di questo, sono stato premiato/a per questo non lo dimenticate! –, e al ripetere in continuo il temine panel per definire l’incontro, c’è stato ben poco.

Prendiamo l’intervento introduttorio di Pasquale Quaranta, per esempio. È stato lungo in rapporto al tempo concesso (gli incontri del Festival sono molto serrati visto che ce ne sono molti in programma) e, soprattutto, non arrivava da nessuna parte.

Se scopo dell’incontro – o del panel, se preferite – era quello di valutare le parole che i media usano, si può mai riferirsi alle persone transessuali chiamandole viados?
AL LINK UN ARTICOLO:
http://www.queerblog.it/post/6602/piccola-riflessione-sulluso-dei-termini-transessuale-e-viado

Il termine, oltre a essere offensivo come abbiamo avuto modo di scrivere qui su Queerblog già quattro anni fa, denota una scarsa attenzione a quel mondo lgbt di cui si vuole parlare.
Fosse stato pronunciato una sola volta, ci si poteva anche passare sopra; però Pasquale Quaranta l’ha usato più di una volta per riferirsi alle persone transessuali che partecipano ai Gay Pride (aggiungendo, bontà sua!, che non ha nulla contro le persone transessuali che partecipano al Pride).
Si può benissimo citare Tullio De Mauro – come è stato fatto a più riprese – ma questo non giustifica che si possano dire strafalcioni.

Alla fine dell’incontro conosco meglio le biografie di chi ha partecipato perché ci si è peritati di metterle bene in evidenza, però l’argomento non è stato affrontato. Ed è un peccato, perché la Sala del Dottorato era piena (non è grande, è vero, ma tutti i posti a sedere erano occupati, c’erano moltissime persone in piedi e la fila arrivava fino a fuori) e credo che molti tra i presenti – tolti i militanti di alcune associazioni lgbt – erano giornaliste e giornalisti interessati al tema che, forse, alla fine avevano le idee più confuse di quando sono entrati.

Chissà, forse i relatori saranno stati messi in soggezione dal grande quadro di papa Leone XIII che c’era alle pareti della Sala, a cui facevano compagnia vari cardinali di rosso vestiti.
fonte http://www.queerblog.it http://www.queerblog.it

venerdì 26 aprile 2013

Lgbt Bologna: Festival del cinema Trans Divergenti 2013, organizzato dal M.I.T. Movimento Identità Transessuale dal 2 al 5 maggio la sesta edizione


Che immagine del transessualismo propongono i media?
Quale corrispondenza tra la loro narrazione e la vita reale?
Questioni che Divergenti pone come filo conduttore della sua sesta edizione. 

Il rapporto con la propria immagine è l’elemento centrale dell’esperienza transessuale.
Quanto quel corpo riflesso nello specchio, ma anche sul giornale o in TV, corrisponde, appaga, si sente proprio!?
La persona transessuale scopre e percepisce se stessa, costruisce la sua esistenza nell’atto di guardarsi … in un’immagine!
Dove corrispondenza e sintonia danno senso e significato a un percorso di vita né facile né scontato.
Ma sulla transessualità i media chiariscono o distorcono?

Dal 2 al 5 maggio a Bologna la sesta edizione del festival di cinema trans Divergenti.

Si svolgerà al cinema Lumiere di Bologna da giovedì 2 a domenica 5 maggio 2013 la sesta edizione di Divergenti, l’unico festival cinematografico in Italia, e uno dei pochi in tutto il mondo, interamente dedicato alla narrazione e rappresentazione dell’esperienza transessuale e transgender.

Il festival, organizzato dal M.I.T., Movimento Identità Transessuale, con la direzione artistica di Luki Massa e Porpora Marcasciano, seleziona e propone le migliori produzioni narrative e documentaristiche internazionali, allo scopo di promuovere una conoscenza profonda e complessa del transessualismo, contrastare gli stereotipi e i pregiudizi ancora troppo radicati nell’immaginario collettivo e stimolare la ri-costruzione della storia e della genealogia trans.

La sesta edizione di Divergenti sarà dedicata al tema della comunicazione e dei nuovi e vecchi media, terreno cruciale nei processi di costruzione dell’immagine trans e di visibilità delle persone transessuali nella sfera pubblica. Nella maggior parte dei casi sono proprio i media a riprodurre modelli negativi, diffondere percezioni e atteggiamenti transfobici, oscurare l’esistenza dei e delle trans o ridurne la molteplicità di percorsi a visioni monolitiche e stereotipate, spesso stigmatizzanti e criminalizzanti.

Novità dell’edizione 2013 del Festival sarà il coinvolgimento di esperti di cinema, studiose, giornalisti e attiviste in una Giuria di qualità, che visionerà tutti i film presentati durante le 4 giornate di programmazione per assegnare il premio al “Miglior film”.

Oltre alla programmazione cinematografica, che sarà puntellata da incontri con registe/i e ospiti internazionali, Divergenti proporrà mostre ed eventi culturali che spaziano tra i diversi linguaggi artistici e creativi.

La VI edizione di Divergenti è organizzata in collaborazione con l’UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni razziali), con l’ONIG (Osservatorio Nazionale Identità di Genere), con la Fondazione Genere Identità Cultura e con i partner del progetto europeo del Programma di Formazione Permanente “Page One: valorizzare le strategie anti-discriminazione sui Media e nella rappresentazione pubblica delle persone transgender”.

PER MAGGIORI INFO E PROGRAMMA:
http://www.mit-italia.it/festival-del-cinema-trans-divergenti-2013/
fonte http://www.mit-italia.it/

Lgbt Cinema: Il regista di “Independent Day”, Roland Emmerich sta lavorando a un film sui moti gay di Stonewall


Il regista di “Independent Day”, Roland Emmerich, sta pianificando un film sui cosiddetti moti di Stonewall. Un film low-budget molto lontano dalla sua celebre cinematografia.

Il regista tedesco, da anni dichiaratamente gay, si dice molto affascinato da quei moti gay, che, partendo dal locale Stonewall Inn di New York, hanno poi cambiato il mondo. Una rivoluzione che, però, non è molto nota neppure nella comunità gay di oggi.

Ma, dopo aver scoperto che il 40% dei ragazzi senza tetto di Los Angeles sono gay, ha intenzione di dare risalto anche a questo aspetto.

“Vorrei girare un piccolo film – circa 12-14 milioni di dollari – sui Moti di Stonewall di New York. Un film che parli di quei ragazzi folli di New York, e di un ragazzo di campagna che si unisce a loro, e alla fine danno vita a questa sommossa e cambiano il mondo. E’ uno di quei movimenti dei diritti civili, come Rosa Parks. E molto poco si conosce. Addirittura i gay non ne sanno molto. Sono stati scritti solo due libri che ne parlano. Sono sempre più coinvolto nel Gay & Lesbian Centre di Los Angeles e ho appreso che il 40% dei ragazzi senza tetto sono gay. Perciò, le cose non sono cambiate molto. Ma ho messo tutto ciò insieme e mi sono detto, ‘devo farci un film’. Perciò comincio con un ragazzino che viene sbattuto fuori di casa e finisce su una delle strade del Village, e diventa amico con questi ragazzi. Stranamente, ciò mostra che è qualcosa che ancora capita oggi. Ho letto molto su questi moti e sono rimasto molto sopreso. E’ stata la prima volta che i gay hanno mostrato alla polizia che li avrebbero dovuti prendere seriamente. E quando è venuta la polizia dei moti – questo è qualcosa che mi ha sempre affascinato – questi ragazzi hanno formato un coro e hanno cantato ‘Noi siamo le ragazze del village, noi ci facciamo i boccoli!’ E’ stata una cosa figa” –
Roland Emmerich.

fonte http://gayoggi.com/cinema

Lgbt Haute Couture: Parigi "Elsa Schiaparelli" il primo omaggio è di Christian Lacroix



Christian Lacroix, foto courtesy Schiaparelli Press Office

In occasione della settimana di Haute Couture di Parigi, Christian Lacroix presenterà il suo tributo a Elsa Schiaparelli, tra pezzi unici e segni iconici

Sarà Christian Lacroix a far tornare in scena il mito di Elsa Schiaparelli; in occasione della prossima settimana dedicata all'Haute Couture di Parigi, il couturier presenterà una speciale collezione di quindici pezzi d'autore, in suo omaggio.

Segni iconici, lusso esclusivo e immagini senza tempo saranno infatti riuniti in un unico tributo, che avrà luogo proprio nello storico atelier, al numero 21 di Place Vendome.

Evento per il quale dovremo aspettare luglio, quando prenderà ufficialmente il via, con la collezione di Lacroix, una serie di appuntamenti in omaggio all'iconica stilista. Un incontro annuale, che vedrà maestri dello stile e artisti della scena contemporanea impegnati ad interpretare, ciascuno a modo suo, il mondo di Schiaparelli, diviso tra arte e couture.

In più, la Maison Schiaparelli pare, finalmente, apprestarsi a lanciare la tanto attesa collezione di pret-à-porter che, secondo indiscrezioni riportate da Wwd, dovrebbe essere affidata al talentuoso Marco Zanini, attualmente al timone artistico di Rochas, con in cv anche il rilancio di Halston.
fonte http://www.style.it/ di Alice Abbiadati/

mercoledì 24 aprile 2013

Lgbt USA: Bill Clinton: "Grazie a mia figlia Chelsea ho cambiato idea su nozze gay"


Premiato dalla Glaad, l'ex presidente degli Usa, autore del Doma e del DaDt, ha spiegato come ha cambiato idea sui diritti delle persone lgbt grazie alla figlia e ai suoi amici gay.

Durante il discorso pronunciato durante la cerimonia in cui la Glaad ha consegnato a Bill Clinton uno dei suoi Media Awards, l'ex presidente ha raccontato che è grazie a sua figlia Chelsea se ha cambiato idea sui diritti delle persone lgbt, matrimonio in testa.

Vale la pena ricordare che è proprio la firma di Clinton che si legge in calce a leggi come il Don't Ask Don't Tell e il Defence of Marriage Act, due delle leggi contro cui più strenuamente si è battuta la comunità lgbt statunitense. E mentre la battaglia contro il DaDt è ormai archiviata con una vittoria, quella sul DOMA è nel pieno del suo svolgimento e in attesa di una sentenza della Corte suprema che potrebbe rivelarsi storica.

"Chelsea ha avuto un impatto profondo sul modo in cui vedo il mondo - ha dichiarato Clinton -.
E' umiliante quando si arriva alla mia età e ti accorgi che i tuoi figli ne sanno più di te su tutto".

“Mia figlia e i suoi amici gay mi hanno insegnato come tutti dovremmo trattare gli altri a prescindere dal loro orientamento sessuale o da qualsiasi altra differenza falsa che possa dividerci - ha aggiunto Clinton. Molti di loro passano con noi il Giorno del Ringraziamento e ho sviluppato un forte legame con loro".
E a proposito del DOMA, l'ex presidente ha confermato il suo impegno a fianco delle associazioni lgbt. "Voglio continuare a lavorare su questo non solo finché il DOMA non sarà più una legge sulla terra - ha dichiarato -, ma finché tutte le persone, a prescindere da dove vivano, potranno sposare chi amano".
fonte http://www.gay.it/

Roma: Il candidato sindaco Ignazio Marino ad associazioni LGBT: «Lavoriamo insieme per vincere discriminazioni»


Il candidato sindaco di Roma: «Una capitale veramente moderna si riconosce dalla sua capacità di aprire alla diversità e valorizzarla in quanto ricchezza.
Troppe volte invece, Roma è stata teatro di di attacchi omofobi»
Lgbt, Marino ad associazioni: «Lavoriamo insieme per vincere discriminazioni»

“Una capitale veramente moderna si riconosce dalla sua capacità di aprire alla diversità e valorizzarla in quanto ricchezza. Troppe volte invece, negli ultimi anni, Roma è stata teatro di episodi di discriminazione e di attacchi omofobi: fatti gravissimi che una città come la nostra, culla della civiltà, non può permettersi. Ma è giunto il momento di cambiare, anche grazie al contributo di proposte concrete come le vostre che ho letto con grande interesse”.

Così, in una nota, il candidato sindaco Ignazio Marino si rivolge alle associazioni Gay Center, Arcigay Roma, ArciLesbica Roma, Azione Trans.
“Il contrasto di fenomeni odiosi come l’omofobia e la transfobia, sia a casa nostra che fuori, deve costituire un impegno fermo per chiunque si candidi ad amministrare questa città – prosegue Marino - proprio come il riconoscimento dei diritti delle coppie di fatto che è mia intenzione portare avanti con una decisa azione normativa, nei limiti delle competenze di Roma Capitale.

Condivido, inoltre, la necessità di promuovere campagne informative su queste tematiche a cominciare dalle scuole, perché sappiamo bene che l’informazione è il principale strumento per combattere le discriminazioni e vincere il pregiudizio. Vi ringrazio, dunque, di queste vostre proposte, che rappresentano una piattaforma comune sulla quale dovremo confrontarci per gettare insieme le basi del cambiamento e le fondamenta di Roma Capitale dei diritti, inclusiva e accogliente”.
fonte http://www.cinquegiorni.it/

Lgbt Pisa: Deborah diventato Lele, e si candida al Comune in lista con Sel


In lista con Sel, potrebbe essere il primo trans a entrare a Palazzo Gambacorti
Il nome da donna nel tabellone elettorale e un’incertezza sulle “quote rosa”

Sui cartelloni elettorali delle prossime amministrative, nella lista di Sel comparirà un nome che potrà suscitare qualche incertezza: Deborah Baldini (detta Lele).

Soprannome maschile per un nome evidentemente femminile: ma ancora per poco. Il candidato in questione è infatti Emanuele Baldini, la prima donna che è diventata uomo grazie ad un intervento nel nostro ospedale.
Un caso che il nostro giornale aveva già affrontato un anno fa, proprio alla vigilia dell’operazione.

Adesso Lele - 44 anni, di origine milanese ma da anni trapiantato a Pisa - ha completato quel percorso ed attende solo l’ufficializzazione del cambiamento di sesso.
«Ufficializzazione – ci dice – che avverrà a luglio, ponendo quindi fine alla contraddizione tra il mio aspetto ed il mio codice fiscale». Lele è ormai un uomo a tutti gli effetti, anche se deve ancora superare le diffidenze di chi gli chiede i documenti e vede il nome femminile.
Sicuramente la sua candidatura, la prima in assoluto a palazzo Gambacorti per una persona che sta cambiando sesso, servirà a dare visibilità alla condizione di chi vive una diversità.

«È accaduto tutto all’improvviso – spiega - Un amico comune ha raccontato la mia storia a Dario Danti. Mi ha chiamato immediatamente proponendomi di candidarmi. Non ho mai fatto politica, ma ho accettato con entusiasmo». Una candidatura che, formalmente, fa saltare tutti gli schemi; soprattutto quelli delle così dette “quote rose”. Lele, fino a quando a luglio il tribunale non sancirà il suo cambiamento di sesso, è a tutti gli effetti una donna. Quindi nella lista di Sel rappresenterà proprio le donne anche se ormai è di fatto un uomo. «Effettivamente sulla lista devo ancora mettere il mio nome attuale – scherza - ma poi l’elettore quando mi vedrà, capirà subito che non sono più Deborah».

Come detto Lele Baldini non ha mai fatto politica, ma ovviamente in questa nuova avventura porterà la sua esperienza. «Una esperienza fatta di tante difficoltà – dice tornando serio - a cominciare dal rapporto con i genitori.
La gente deve capire che chi compie un passo come il mio, sia uomo che donna, si scontra con il mondo.
Difficoltà a trovare lavoro, ad avere rapporti interpersonali, con la famiglia.
Io sono disoccupato e, ad esempio, non posso rivolgermi alle agenzie interinali perché il codice fiscale è femminile.
Nella scelta di accettare la candidatura di Sel, ci metto ancora una volta la faccia – insiste - così come in occasione dell’intervista in cui annunciavo l’operazione. Voglio impegnarmi per aiutare coloro che vivono la mia condizione.
Perché – conclude – la mia e la nostra non è una scelta, ma una condizione».

Al coordinatore provinciale di Sel Dario Danti il commento su questa sua decisione. «Pisa è sempre stata all’avanguardia nella difesa dei diritti di tutti, contro l’omofobia; come non dimenticare ad esempio il registro delle unioni civili. Una forza come Sel ha voluto dare un corpo ed un volto, quelli di Lele, a questa battaglia per i diritti di tutti. Mi chiedete se Lele appartiene alle quote rosa nella nostra lista – conclude sorridendo - Sicuramente l’elenco dei candidati sarà a maggioranza femminile, quindi dovremo parlare di quote celesti».
fonte http://iltirreno.gelocal.it/pisa di Daniele Benvenuti

lunedì 22 aprile 2013

Lgbt Stati Uniti: Boy scout americani verso l'addio al bando per i giovani gay


"A nessun giovane deve essere negata l'iscrizione all'associazione in base al proprio orientamento sessuale. Gli scout sono un programma per i ragazzi": questa la proposta che potrebbe aprire ai giovani gay

Dopo mesi di dibattiti, i boy scout americani potrebbero aprire le porte ai giovani gay, ma non ai leader adulti dichiarati.
A votare la proposta, arrivata dopo mesi di dibattito su una politica che negli anni è costata l'espulsione dal gruppo a diversi membri, saranno i 1.400 componenti del Consiglio Nazionale americano degli scout che si riuniranno il 20 maggio in Texas.

"A nessun giovane deve essere negata l'iscrizione all'associazione in base al proprio orientamento sessuale.
Gli scout sono un programma per i ragazzi", recita la proposta.
I membri dell'associazione conservatori e i cattolici, chiederanno invece di continuare a seguire la linea adottata fino ad ora, quella cioè di non fare domande ai membri e ai leader in merito all' orientamento sessuale, tenendo fuori chi invece ha fatto outing.
fonte http://www.today.it New York Times

Lgbt: Il transgender della porta accanto, transgender o transessuale?


Quando qualcuno ci parla di transgender o transessuali spesso abbiamo un’unica immagine in testa: la prostituzione.

Lo stereotipo vuole che il transessuale (non sia mai si usi l’articolo al femminile, eh?) sia esclusivamente un pervertito, travestito da donna appariscente e volgare che si prostituisce per strada.

Hai pensato anche tu a questo? E’ molto probabile.
Ma per fortuna non è l’unica realtà esistente.

In una puntata della trasmissione "Il Testimone" andata in onda lo scorso 8 aprile,
la iena Pif ha incontrato alcune persone transessuali FtM, donne biologiche che hanno iniziato o vorrebbero iniziare un percorso di transizione per riappropriarsi del loro corpo maschile.

AL LINK LA PUNTATA DI PIF:
http://ondemand.mtv.it/serie-tv/il-testimone/s05/il-testimone-s05e06-pif-persone-transessuali

Siamo più abituati a conoscere e ri-conoscere le trans MtF, sia perchè sono la maggioranza, sia perchè vengono, come abbiamo visto in partenza, associate al degrado, alla prostituzione, all’abuso di sostanze e se ne parla come vittime di aggressioni o violenze.

Eppure, come si può imparare seguendo questo filmato, ci sono transgender assolutamente normali. Niente eccessi, niente antenne, niente colorito verde.
Insomma nessun alieno abita l’appartamento di sotto.
Vivono vite normali, hanno partner normali, fanno un lavoro normale, vestono e mangiano cose normali (almeno spero per loro, insomma…niente di diverso da quello che fai tu nella tua di vita.

Oltre a queste persone ne esistono di altre, ancora più normali se possiamo dire. Anche loro transgender, spesso non transessuali.

Ma non sono la stessa cosa?

In parte. Condividono il non riconoscersi nel genere di appartenenza, quello che la società impone basandosi sull’aspetto fisico o solo genetico. Non necessariamente desiderano adeguare il proprio corpo (e genere) al proprio sentire, riallineando mente e corpo.

Tutti i transessuali sono transgender? Direi di si.
Ma non tutti i transgender sono transessuali.


Possiamo immaginare, al pari di ogni elemento che compone la sessualità, un continuum di sfumature anche per il genere.
Su questa linea immaginaria ognun* di noi può mettere la propria tacca, nel punto in cui si sente più rappresentat*.

Rientrano nel calderone del transgenderismo anche coloro che non si riconoscono nei ruoli di genere socialmente imposti (mai conosciuta una bambina maschiaccio?), rifiutano di identificarsi obbligatoriamente in un genere, si spostano da un confine all’altro adottando abbigliamento, comportamento, gestualità e linguaggio (drag queen, drag king, crossdresser, gender bender, ecc…)

E tu dove ti posizioneresti sulla linea del genere?
fonte http://psicologiagay.com di Dr. Paola Biondi

Lgbt: Svolta storica in Pakistan: 7 transgender candidati alle elezioni


KARACHI, Pakistan- Quando Bindiya Rana, candidato transgender alle elezioni del Pakistan, è andato porta a porta negli slums di Karachi che spera di rappresentare, poche persone sembravano preoccuparsi della sua identificazione nell'uno o nell'altro genere sessuale , tesi ad approfondire cosa intendesse fare per combattere la criminalità di strada e le sospensioni di energia elettrica nel loro quartiere una volta eletta.

Per la prima volta nella storia del Pakistan, individui transgender sono fra i candidati. Rana è sempre stata attiva nella sua comunità: lavora in una organizzazione che aiuta a promuovere i diritti dei transgender così come i bambini di strada e altre questioni sociali.

La svolta è arrivata con la sentenza del 2011 della Corte Suprema che ha permesso ai membri della comunità transgender di ottenere carte d'identità nazionali che gli riconoscono un'identità separata - né maschio o femmina - e il diritto di voto. E' stato allora che ha deciso di candidarsi per l'assemblea provinciale alle prossime elezioni di maggio.

"La gente mi chiede se vinceremo . Ho già vinto quando ho potuto depositare la mia nomina" dichiara Rana.

Almas Boby, presidente del Pakistan Trans Foundation, conta almeno cinque candidati transgender alle elezioni. Due a Karachi e i restanti a Jehlum, Gujrat e Sargodha nella provincia del Punjab.

Finora non era mai stato concesso loro spazio: ruoli maschili e femminili strettamente predefiniti e per i transgender molestie e abusi a partire dalla famiglia di origine che li emargina e li rinnega costringendoli a prostituirsi per sopravvivere.

Un destino toccato anche a Rana, scappata da casa a 14 anni, dopo aver subito per 2 anni le angherie dei suoi parenti. "Se vinco, sarò una voce forte per le persone transgender, vittimizzate e umiliate", ha detto Lubna Lal, in corsa per un seggio all' assemblea provinciale del Punjab, nella città di Jehlum, circa 100 chilometri (60 miglia) da Islamabad.

Le loro idee non sono diverse da quelle dell'elettore medio: tagliare la disoccupazione, affrontare la povertà diffusa del paese ( che vivono in prima persona) risolvere la piaga dei continui blackout di energia elettrica e allentare la morsa della corruzione dei partiti al potere .

Non hanno un partito che li spalleggi e non hanno risorse finanziarie per una campagna elettorale in piena regola: si affidano al passaparola e si augurano che la comune delusione per lo status quo costituisca una spinta propulsiva alla loro elezione.
fonte http://www.you-ng.it/news da Laura Elisa Rosato/
foto http://www.repubblica.it/esteri/(afp)

"Gayhouseshare" il primo portale italiano pensato per la comunità lgbt e friendy, è un servizio innovativo di ricerca online di case, appartamenti o stanze in affitto


Ecco il comunicato stampa con cui gayhouseshare annuncia la nascita del primo portale italiano di ricerca di case, stanze e soluzioni abitative pensato per la comunità lgbt e friendly

Mancava in italia e adesso c’è! gayhouseshare è un servizio innovativo di ricerca online di case, appartamenti o stanze in affitto, che consente di inserire o trovare annunci residenziali e turistici, in modo semplice, sicuro e friendly, sfruttando le potenzialità di una piattaforma social utilizzare gayhouseshare è semplice: basta registrarsi sul sito www.gay-houseshare.com, anche utilizzando il proprio account facebook, adattare il proprio profilo, scegliere le opzioni di condivisione più idonee alle proprie esigenze di privacy, pubblicare annunci e fare ricerche fra quelli di altri utenti, la possibilità di “socializzare” (messaggi, chat, photo gallery) permette di individuare in maniera divertente ma attenta i “compagni di casa” (inquilini, coinquilini, padroni di casa) ideali

gayhouseshare fornisce servizi principalmente alla comunità lgbt nella convinzione che incoraggiare la diffusione di soluzioni residenziali gay e gay friendly possa migliorare la qualità della vita di molti individui, anche aiutandone il percorso di affrancamento ed autoaffermazione nella società

gayhouseshare si propone come punto di riferimento per la comunità lgbt anche nel settore dei soggiorni turistici e brevi consentendo la ricerca rapida ed efficace di affitti, sia presso residenze private, sia presso selezionate strutture ricettive gay e gay friendly. con un’importante novità rispetto ad altri siti dedicati agli alloggi turistici: su gayhouseshare anche chi è alla ricerca può inserire messaggi ed essere così individuato dalle strutture ricettive con offerte ad hoc

gayhouseshare è online dal 25 gennaio. nei soli primi due mesi il sito ha raccolto centinaia di iscrizioni, equamente distribuite fra uomini e donne. la registrazione e tutti i servizi di gayhouseshare sono attualmente gratuiti. in futuro è prevista l’introduzione di pacchetti di servizi premium a pagamento, la fruizione di base rimarrà comunque gratuita

gayhouseshare non promuove la “gaytizzazione” ma la nascita ed il consolidamento di nuove forme di convivenza, coabitazione e anche di famiglia, senza togliere nulla a quelle tradizionali. e' un servizio pensato per la comunità gay, ma nella sua accezione più estesa, che include anche le persone gay friendly, cioè tutti quegli eterosessuali che si sentono perfettamente a proprio agio nel contesto gay; un contesto tipicamente caratterizzato da una maggiore libertà, dove i vincoli familiari tradizionali sono integrati (raramente sostituiti) da legami di amicizia e solidarietà particolarmente solidi

In italia la comunità lgbt è ormai molto visibile, come in gran parte dei paesi occidentali, ma sul fronte dei servizi, a parte quelli legati al divertimento e all'intrattenimento notturno, il ritardo è molto evidente. di fatto in molti paesi anglosassoni servizi simili a quello proposto da gayhouseshare esistono da anni. il nuovo portale italiano, sfruttando appieno le funzionalità di un social network, rappresenta comunque una novità assoluta nel suo genere

INFO E CONTATTI:
gayhouseshare è presente su facebook, twitter, pinterest, vimeo e youtube
contatti: simone marchesi, cel. 3296904274,
email: ufficiostampa@gay-houseshare.com
www.gay-houseshare.com
https://www.facebook.com/gayhouseshare
fonte http://idealista.it/news pubblicato da Ritratto di teamteam@idealista

Lgbt Danza: Tutti pazzi per il tango dal 24 al 28 aprile, Firenze si prepara ad accogliere centinaia di ballerini italiani e stranieri


Dimenticate gli abiti scintillanti (delle ballerine di tango) e le rose rosse (tra i loro denti) e concentratevi sulla coppia.

Abbandonate, per un attimo, l’idea di sensualità e lasciatevi trasportare dal ritmo e dall’energia dei corpi, di chi muove i primi passi o di chi, invece, li insegna da anni.

Dove? Al «Firenze Tango Festival»: la kermesse danzante diretta dai maestri Patricia Hilliges e Matteo Panero, dell’associazione Tango Club, pronti a soffiare sulla sua undicesima candelina. Dal 24 al 28 aprile, Firenze si prepara ad accogliere centinaia di ballerini italiani e stranieri, che si esibiranno in tanda o cortine, ricorrendo a mirada (giochi di sguardi) e cabaceo (cenno del capo) per aprire le danze con il proprio partner.

Il tutto all’interno degli spazi del Teatro Obihall e del Teatro dell’Affratellamento, da anni location principali del festival.

Il nastro inaugurale della manifestazione, però, verrà tagliato già giorno 23, al «Circolo di Brozzi», dove andrà in scena la «Notte prima del Festival», in compagnia dei dj del circuito Tango Club. Sarà invece a ritmo di milonga che si darà il benvenuto a tutti i tangueri, al Teatro dell’Affratellamento (giorno 24; ore 21.30). Inoltre, come ogni anno, verrà lanciato un concorso che premierà gruppi amatoriali o semiprofessionali di tango: il miglior lavoro artistico si aggiudicherà una «Borsa di studio FTF», che consiste in un laboratorio coreografico con maestri di grandissimo prestigio (la presentazione del concorso è prevista per il 27 aprile, ore 21, negli spazi dell' Obihall).

Ma se l’accoglienza e le operazioni di segreteria sono riservate per lo più alle sedi storiche dell’associazione, bisognerà spostarsi sul lungarno Aldo Moro per prendere parte alle due serate principali della manifestazione che, per l’edizione 2013, si arricchisce di novità.

Accanto alle esibizioni dei maestri, infatti, le sale principali ospiteranno anche dei concerti, come quello dell' Orchestra Hyperion del 27 aprile, alle 22.30.

La vera novità, però, si trova al piano terra del teatro tenda: è la «Sala Maratona», che aprirà prima del salone principale (ore 21.30) per ospitare, per tutta la serata, alcuni tra i più conosciuti dj toscani.

E sarà sempre all'insegna della novità che si chiuderanno le danze, durante l'ultima data del Festival.

Per la prima volta in undici anni, infatti, il Salòn Càldin ospiterà una «Milonga Pomeridiana» (ore 16.30): un modo per prepararsi, con il passo giusto, a salutare l'edizione di quest'anno, che si concluderà –tra pochi intimi- con una «Good bye Milonga» (ore 21.30-3.00).
fonte http://corrierefiorentino.corriere.it/Sonia Muraca

Lgbt: Abito bianco, figli e confetti: a Barcellona le nozze delle milanesi Francesca e Mary

In foto Maria Silvia Fiengo e Francesca Pardi

Conviventi a Milano da 18 anni, 47 anni l'una e 46 l'altra, quattro figli, hanno coronato il sogno di rendere ufficiale la loro unione.
Ma non per lo Stato italiano. Anche i bambini, vestiti tutti in bianco, sono stati contenti.

Qui L'album di nozze di Francesca e Mary:

http://milano.repubblica.it/cronaca/2013/04/20/foto/abito_bianco_figli_e_confetti_le_nozze_di_francesca_e_mary-57075121/1/

Si sono innamorate a Parigi 18 anni fa. Da allora vivono assieme e hanno avuto nel frattempo quattro figli, bambini nati grazie all'inseminazione artificiale e che oggi hanno dai quattro agli 11 anni.

Ma il loro sogno era sposarsi. Volevano un vero matrimonio e lo volevano anche col vestito bianco, chiamando a raccolta tutta la famiglia e gli amici, con i bambini e i loro compagni di scuola. Così entrambe sono andate a comprare l'abito col velo di tulle e si sono preparate al classico lancio del bouquet.

Hanno ordinato le bomboniere e i confetti, spedito gli inviti, fatto la lista di nozze e prenotato la sala più importante del municipio. Di Barcellona. Perché un matrimonio fra due donne, in Italia, non si può celebrare.

Maria Silvia Fiengo e Francesca Pardi, 46 e 47 anni, a Milano mesi fa si erano iscritte al registro delle unioni civili varato dal Comune con l'avvento della giunta di Giuliano Pisapia. "Ma quello è stata più che altro un gesto simbolico - spiegano le due spose - Noi volevamo un matrimonio legale, riconosciuto da una nazione della Unione europea". Sono partite la settimana scorsa per la Catalogna e lì hanno avuto la loro cerimonia ufficiale, con la lettura degli articoli di legge del codice civile e la consegna dell'atto di matrimonio.

"È da quando ci conosciamo che avevamo questo desiderio, come fatto simbolico, ma anche per sancire ufficialmente la nostra unione, per suggellare il nostro progetto familiare anche dal punto di vista legale e formale - spiegano le novelle spose - Per il Comune di Milano siamo una coppia di fatto. Ma noi volevamo una cosa più seria, come è serio il nostro progetto di vita".

Ad assistere alla cerimonia a Barcellona sono arrivati dall'Italia circa 90 ospiti, fra amici e parenti, dall'ultimo nipotino appena nato alla zia ottuagenaria. "C'erano proprio tutti, con le lacrime agli occhi e il riso da lanciarci all'uscita ", raccontano. Ma c'erano anche diversi genitori dei compagni di scuola, gente della zona Porta Romana, dove la famiglia Fiengo-Pardi abita.

"È stata un po' una festa per tutti quelli che ci conoscono e che ci vogliono bene. Le maestre dei nostri figli ci hanno fatto arrivare pensierini e poesie scritte in classe. Questo ci ha dato una grande sensazione di essere circondate di affetto e di partecipazione ", si bea la Pardi, che di mestiere scrive libri per bambini e che ha avuto il Premio Andersen 2013 per l'ultima sua opera, Piccolo Uovo, che narra la storia di una coppia di pinguini maschi che vuole un figlio.

Le nozze di 'Mery' e Francesca, casualmente, sono state celebrate proprio nel giorno in cui anche la Francia ha approvato in Senato il progetto di legge che apre alle nozze e all'adozione da parte di coppie gay.

"Un traguardo che noi speriamo presto si raggiunga anche in Italia - raccontano sorridenti le spose, che ora sono in viaggio di nozze in giro per la Catalogna - così potremo confermare il nostro matrimonio anche nel nostro Paese, dove oggi invece per la legge non siamo altro che due donne che convivono nello stesso domicilio, senza alcun riconoscimento legale della nostra famiglia e del nostro progetto di vita". Non ci sono stati dubbi e tentennamenti per arrivare a questo passo. Ma la burocrazia ha fatto la sua parte e ci sono voluti tre anni per arrivare al via libera.

"Due donne qui possono sposarsi se almeno una delle due ha la residenza in Spagna - aggiunge Maria Silvia, proprietaria della casa editrice Stampatello - Quindi io tre anni fa ho preso in affitto una casa a Barcellona e ho chiesto la residenza. Un buon motivo per venire a fare belle vacanze da queste parti, ma anche una spesa, un impegno economico".

Poi ci sono stati diversi colloqui con i funzionari statali ai quali le due non hanno nascosto la verità. "Tante coppie omosessuali vengono a sposarsi in Spagna perché da noi non si può: le procedure le abbiamo trovate su Internet. Non siamo certo le prime", rivela Francesca Pardi.

L'entusiasmo delle sposine si vede bene sulle foto pubblicate su Facebook.
"Anche i nostri bambini sono molto contenti: si sono voluti vestire tutti di bianco e ci hanno preceduto nell'ingresso in municipio.
Per loro il matrimonio era un passo importante perché sancisce la nostra famiglia, e loro sanno che in Italia non si poteva". L'atto non avrà comunque effetti concreti in Italia.

"Volevamo un documento legalmente valido anche se fra Italia e Spagna non ci sono convenzioni per il riconoscimento del nostro nuovo stato.
Siamo una famiglia intesa in senso classico: ci amiamo, siamo madri, curiamo i nostri quattro bambini, cosa che comporta anche una discreta fatica, come sa chiunque abbia una famiglia numerosa", sottolinea la Fiengo.
Concorda l'altra sposa: "Non è che due donne che si amano debbano essere per forza alternative o trasgressive.
Al contrario: tutte e due sognavamo di sposarci in una scena da sogno, e tutte e due volevamo l'abito bianco, così come tutte e due abbiamo voluto vivere la maternità. Due donne che si amano e che hanno un progetto comune di vita non hanno problemi di identità sessuale: questo sia chiaro".

fonte http://milano.repubblica.it/cronaca di ZITA DAZZI © Riproduzione riservata

Lgbt: "Earth Day" Oggi la Giornata mondiale della Terra 2013


Ogni anno il 22 aprile, più di un miliardo di persone partecipano alla Giornata della Terra. In tutto il mondo, le singole persone, le comunità, le organizzazioni e i governi riconoscono il meraviglioso pianeta che chiamiamo casa e decidono di fare delle azioni concrete per proteggerlo.

La giornata della Terra 2013: Il Volto del Cambiamento Climatico
Il cambiamento climatico ha molti volti.

Un uomo alle Maldive preoccupato di spostare la sua famiglia a causa dell’aumento del livello dell’oceano, un agricoltore nel Kansas che fatica a sbarcare il lunario nonostante le devastazioni dei suoi raccolti dovute alla prolungata siccità, un pescatore sul fiume Niger le cui reti vengono spesso tirate su vuote, una bambina nel New Jersey che ha perso la sua casa in un tornado, una donna del Bangladesh che non riesce a prendere dell’acqua fresca a causa di inondazioni e cicloni sempre più frequenti …

E non sono solo volti umani.
Sono l’orso polare nello scioglimento dell’artico, la tigre nelle foreste minacciate dell’India, la balena nelle aree povere di plancton nel riscaldamento del Nord Atlantico, l’orango nelle foreste indonesiane frammentate da più frequenti incendi e siccità …

Questi volti del cambiamento climatico si moltiplicano ogni giorno.
Per molti, il cambiamento climatico può spesso apparire remoto e nebuloso – un problema vago e complesso, lontano nel tempo, un problema che saranno i nostri nipoti a dover risolvere. Ma questo solo perché hanno ancora la fortuna di essere isolati dalle sue conseguenze imminenti. Il cambiamento climatico ha effetti reali sulle persone, sugli animali, sugli ecosistemi e sulle risorse naturali da cui tutti dipendiamo. Lasciati senza controllo, questi effetti divamperanno come un incendio.
Per fortuna, anche altri volti del cambiamento climatico si stanno moltiplicando ogni giorno.

Ogni persona che fa la sua parte per risolvere il problema è anche un volto del cambiamento climatico: gli imprenditori che vedono opportunità nel creare la nuova economia verde, gli attivisti che organizzano l’azione comunitaria e campagne di sensibilizzazione, gli ingegneri che progettano tecnologie pulite del futuro, i funzionari pubblici che si battono per le leggi sul cambiamento climatico e per la sua mitigazione, le persone comuni che si impegnano a vivere in modo sostenibile …

Il 22 aprile 2013, più di un miliardo di persone in tutto il mondo prenderanno parte al 43° anniversario della Giornata della Terra. Da Pechino a Il Cairo, da Melbourne a Londra, da Rio a Johannesburg, da New Delhi a New York, le comunità di tutto il mondo esprimeranno le loro preoccupazioni per il pianeta e promuoveranno le loro azioni per proteggerlo. Sfrutteremo questo potere per mostrare al mondo il Volto del Cambiamento Climatico. E richiameremo i nostri leader ad agire con coraggio insieme, come abbiamo fatto noi, in questo anno cruciale.

Da oggi alla Giornata della Terra, raccoglieremo e pubblicheremo le immagini delle persone, degli animali e dei luoghi direttamente colpiti o minacciati dai cambiamenti climatici – così come le immagini delle persone che stanno facendo qualcosa al riguardo. Racconteremo al mondo le loro storie. Ma abbiamo bisogno del vostro aiuto. Abbiamo bisogno di essere dei reporter del clima. Quindi, inviateci le vostre foto e le vostre storie che mostrano Il Volto del Cambiamento Climatico.

Sulla Giornata della Terra, un display interattivo digitale di tutte le immagini sarà mostrato in migliaia di eventi in tutto il mondo, tra cui negli edifici del governo federale nei paesi che producono più inquinamento di anidride carbonica. Il display inoltre sarà sempre a disposizione on-line per tutti coloro che vorranno visualizzarlo o mostrarlo.

Insieme, evidenzieremo le soluzioni e mostreremo il potere collettivo degli individui che agiscono insieme in tutto il mondo. In questo modo, speriamo di ispirare i nostri leader ad agire e noi stessi a raddoppiare i nostri sforzi nella lotta contro il cambiamento climatico.

In Italia dal 2009 il Decrescita Felice Social Network, Partner dell’EARTH DAY NETWORK anche per il 2013, anima la Giornata della Terra promuovendo e sostenendo piccole e grandi iniziative per sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi ambientali.
PER INFO:
http://www.decrescita.com/news/?page_id=4448
fonte http://www.decrescita.com